Spettacolo
“Confini disumani”, il forte messaggio espresso in danza contemporanea al Teatro Capovolto

Molto applaudito ed emozionante l’esibizione del gruppo di giovani artisti della Compagnia di Danza ‘Equilibrio Dinamico’ con il lavoro dal titolo-denuncia “Confini Disumani” andato in scena sabato 31 luglio 2021 al Teatro Capovolto 2021.
La serata è stata presentata da Renato Zanella direttore artistico della danza, che si è dichiarato molto affezionato al gruppo “Equilibrio Dinamico” perché è bello, nuovo, un importante segnale per la danza in Italia.
Nel lavoro “Confini Disumani” la coreografa Roberta Ferrara vuole rappresentare ciò che accade nella testa delle persone che emigrano.
Siamo tutti esseri umani e con il corpo ci immedesimiamo in questo messaggio, un viaggio spirituale, fisico e di speranza che ci si possa salvare e vivere una vita migliore.
Roberta Ferrara che ha curato anche costumi e luci, nel 2011 ha fondato a Bari la Compagnia Equilibrio Dinamico per offrire ad un selezionato gruppo di danzatori del Sud Italia, la possibilità di cimentarsi in un repertorio eclettico e di caratura internazionale. Attualmente la sua professione si dipana come docente e coreografa freelance in Italia e all’estero.
Lo spettacolo trae ispirazione dal poema epico “Solo Andata” di Erri De Luca e lancia un monito e una riflessione sul senso di smarrimento e sradicamento conseguente all’immigrazione.
“Solo Andata” racconta la traversata del Mediterraneo di un gruppo di persone in fuga dal loro Paese. Il tipico linguaggio ruvido dello scrittore evoca strazianti scorci del viaggio, in cui morte, paura, dolore, pazienza, silenzio e speranza si amalgamano e si fondono alle acque del mare.
E’ un lavoro drammaturgico accompagnato dalle musiche con connotazioni mediterranee del sassofonista e compositore Enzo Avitabile e Faraualla (il quartetto femminile pugliese con un repertorio di polifonia vocale a cappella).
Sul palco formidabili danzatori: Serena Angelini, Giulia Bertoni, Alberto Chianello, Nicola De Pascale, Salvatore Lecce, Beatrice Netti, Camilla Romita e Silvia Sisto, che hanno dato vita a una coreografia vigorosa, densa di respiri e di un’incredibile sforzo fisico.
Usano i loro corpi con la convinzione di una preghiera e la forza della gestualità, per narrare il cammino dei migranti.
Ecco che il viso dei danzatori rappresenta lo sgomento, la paura e la lotta per riuscire nell’impresa; la postura e i suoni delle onde del mare rendono con efficacia il cammino a piedi nudi non privo di insidie per arrivare alla meta.
Un senso di colpa pervade gli spettatori al termine della performance e lancia interrogativi. Era questo l’intento dello spettacolo curato da Roberta Ferrara (classe 1988), che il pubblico ha applaudito a lungo.
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