Trento
La «Malamovida» anche tra i capannoni di Trento Nord

La movida diffusa tanto cara all’assessore Stanchina, è già una realtà.
Di quello che accade attorno al Conservatorio ne abbiamo ampiamente scritto e documentato. Le cronache locali hanno raccontato anche di quello che accade in piazzetta D’Arogno con tanto di sfregio del plastico della città ad uso dei non vedenti.
La novità è quello che accade ogni fine settimana tra i capannoni di Via Sestan, Via Moroni con accesso da Via Unterveger.
In massima parte sudamericani, dopo aver abbandonato il locale di riferimento ben noto in zona, si spostano di pochi metri in una strada interna che taglia due file di capannoni.
Nessuna attività notturna, nessuna casa vicina e quindi si può fare quello che si vuole per un altro caso di “malamovida”. Si beve in abbondanza, anche troppo se molte bottiglie sono abbandonate piene a metà, ci si droga, si utilizzano siepi e arbusti come bagni all’aperto e poi il gran finale: mega rissa con inseguimento e verso le 5 della mattina, in ogni tipo di condizione si abbandona la scena.
A documentare la situazione che si ripete tutte le domeniche notti, è un imprenditore che alla mattina presto si reca nel suo capannone per qualche lavoretto in tranquillità. Arriva quasi sempre in tempo per assistere alla rissa finale, poi a campo libero filma e fotografa.
Trattandosi di un terreno privato la raccolta delle immondizie sarebbe praticamente impossibile ed allora il “nostro” in accordo con l’amministratore, torna alla domenica pomeriggio a pulire. Le forze dell’ordine? Assenti.
Ma questo non è l’unico caso di movida diffusa perché episodi similari sono segnalati sotto un paio di ponti dell’Adige, nei boschi della Maranza, solo che quella di Trento Nord è un esempio di atteggiamenti selvaggi ad alto rischio, ma di fatto sconosciuti ai più, fino a quando non ci scappa il ferito o peggio ancora.
Nessuna responsabilità per le due discoteche di Via Unterveger chiuse dall’inizio della pandemia. Questi sono gli avventori di un bar della zona che non fa altro che il suo lavoro che ad un certo punto viene lasciato dagli avventori che si spostano in una terra di nessuno con bevande, sostanze ed anche in cibo portato di persona.
Di certo affiancando tutti questi episodi non si può che negare come la movida sia un problema di ordine pubblico, da affrontare diversamente rispetto ad un chiosco nei parchi cittadini come vorrebbe Stanchina.
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