Trento
Il Fondo Bruno Kessler arricchisce l’Archivio provinciale

Una nuova acquisizione arricchisce il patrimonio culturale e storico della Provincia. Giovedì è stata presentata la donazione del Fondo del senatore Bruno Kessler che, grazie alla volontà degli eredi, è stato recentemente acquisito dall’Archivio provinciale.
Il Fondo che si compone di oltre 2.200 fascicoli, contiene documenti autografi, lettere inviate a politici dell’epoca, atti relativi all’attività istituzionale, foto storiche del grande politico, nato a Cogolo di Pejo nel 1924 e morto a Trento nel 1991. A maggio invece vi era stata la donazione Armani-Caproni, 910 metri lineari di patrimonio archivistico, librario e storico-artistico a tema aeronautico appartenuto alla Contessa Maria Fede Caproni e della biblioteca storica ed economica del marito Pietro Armani.
Alla conferenza stampa, moderata dal capo ufficio stampa Giampaolo Pedrotti, hanno partecipato: Mirko Bisesti, assessore all’istruzione, università e cultura, Giovanni Kessler, figlio di Bruno Kessler, magistrato e già deputato della Repubblica, presente in rappresentanza della famiglia, Franco Marzatico, dirigente della Soprintendenza per i beni culturali e Armando Tomasi, direttore dell’Archivio provinciale di Trento. Fra il pubblico anche il nipote Davide Kessler.
L’assessore Bisesti, nel rivolgere un ringraziamento di cuore agli eredi, ha ricordato la visione di Bruno Kessler, il suo senso di responsabilità e la sua tenacia nel difendere l’autonomia del Trentino: “Fu una figura straordinaria, capace di innovare e investire nella propria terra, oggi dobbiamo portare avanti i suoi sogni, lo stiamo facendo ad esempio con il nuovo corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, prosecuzione della sua intuizione universitaria. Da questo fondo speriamo nascano tante ricerche per gli studenti che hanno voglia di approfondire una parte di storia a noi vicina”.
“Questo fondo generosamente ceduto dagli eredi – ha aggiunto il soprintendente Marzatico – è una memoria fondamentale che ci aiuta anche a comprendere la storia dell’Autonomia e i suoi primi sviluppi“. Quindi il figlio, Giovanni Kessler ha parlato del padre come “uomo della comunità trentina“: “Abbiamo donato questo archivio nella convinzione che Bruno Kessler appartenesse alla comunità trentina e quindi che anche il suo fondo, dove è racchiusa non solo la sua vita pubblica ma anche quella privata, dovesse appartenere a tutta la comunità, con l’auspicio che diventi presto oggetto di analisi, studio e riflessione“.
Ad illustrare le peculiarità dell’archivio è stato quindi il direttore Tomasi. Le carte prodotte dal senatore Bruno Kessler testimoniano, attraverso la corrispondenza politica, documenti e discorsi politici, materiali di studio, rassegne stampa e pubblicazioni, trent’anni di attività politica e amministrativa in Trentino e a Roma, dai primi anni sessanta fino al 1991.
L’inventario descrive 2221 fascicoli, pari a circa 42 metri lineari di documentazione.
Partendo dalla biografia di Kessler si sono individuati i nuclei di documentazione riferibili alle diverse attività svolte nel corso della sua lunga carriera di amministratore e politico. Tali nuclei sono descritti in dieci sezioni, a loro volta articolate in serie archivistiche; all’interno di ciascuna serie, preceduta da una introduzione storico-archivistica, la descrizione dettagliata dei fascicoli.
Di ciascun fascicolo i dati indicati sono: numero progressivo, titolo, estremi cronologici, note di contenuto (con la segnalazione di eventuali allegati, fotografie, elementi ritenuti di particolare rilevanza).
Bruno Kessler – Un uomo venuto da un piccolo paese della provincia. E che ha reso il Trentino più aperto e grande. Nato a Cogolo di Pejo il 17 febbraio del 1924, Bruno Kessler è una delle personalità più importanti della recente storia trentina.
Maturità classica a Rovereto, laurea in Giurisprudenza a Padova, trova nella cultura e nella politica le sue due grandi passioni. Fonda l’Istituto trentino di cultura (Itc) nel 1962 e lo presiede fino al 1991. E proprio dall’Itc sotto la sua guida nascerà l’Università di Trento.
Il primo nucleo si chiamerà Istituto superiore di scienze sociali, destinato a diventare la prima facoltà di Sociologia in Italia. Anche la sua azione come presidente della Provincia autonoma si lega a pietre miliari per il Trentino. Al vertice delle istituzioni provinciali tra il 1960 e il 1973 vara il secondo Statuto di Autonomia e dà vita nel 1967 al primo Piano Urbanistico Provinciale. Il suo cursus honorum si arricchisce con la presidenza della Regione, e l’elezione prima a deputato e poi a senatore.
Grazie a lui il Trentino ha evitato di diventare “piccolo e solo”, come amava dire. A 30 anni dalla sua scomparsa, avvenuta a Trento il 19 marzo 1991, il suo pensiero e le sue idee restano di grandissima attualità. L’archivio che porta il suo nome permette di conservarli e riscoprirli giorno per giorno.
La conferenza si può rivedere qui https://www.facebook.com/provincia.autonoma.trento/videos/1188915844905812
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