Trento
«Vaccinati informati» replica agli infermieri (OPI): «Esprimere un’opinione è un diritto tutelato dall’art. 21 della nostra Costituzione»

C’erano un migliaio di persone, sabato 24 aprile in piazza Dante, a Trento, in risposta all’appello lanciato da Vaccinare informati. L’incontro aveva un tema chiaro: “Insieme per la libertà di scelta vaccinale e per il diritto al lavoro, manifestazione a sostegno dei sanitari contro DL 44/2021”.
Sul palco si sono alternati soprattutto sanitari: medici, oss, fisioterapisti, infermieri… Tutte persone che sino a qualche mese fa venivano annoverate, a volte con un po’ di retorica, ma nella sostanza giustamente, come “eroi”. Si sa però che passare dalle stelle alle stalle è un blitz…
Basta che il vento dell’intolleranza si levi forte, che da eroi si può passare ad untori, o qualcosa di simile. Accade sempre nello stesso modo: se si fa fatica a dialogare, si sceglie la strada della demonizzazione. E si comincia ad urlare contro il “nemico”, trasformandolo in breve in un capro espiatorio.
A gennaio-febbraio del 2019 il sindaco di Milano Beppe Sala, il sindaco di Trento Franco Ianeselli e tanti altri dignitari del PD nazionale, invitavano a non drammatizzare, a non scambiare un raffreddore per una grave malattia, esortavano ad “abbracciare un cinese”… poi, il raffreddore è diventato un morbo, a volte mortale, ed infine un’apocalisse. E coloro che prima negavano, poi hanno cominciato a chiamare “negagazionisti” tutti i dubbiosi e gli incerti.
Sono cominciate così la caccia ad assembramenti veri o presunti, le denunce ai preti rei di celebrare la messa, la fobia verso i ristoranti ed i bar… Abbiamo visto alternarsi sulla scena virologi che sostenevano una tesi ed altri che sostenevano l’opposto, medici che proponevano una cura e altri che seguivano strade del tutto diverse… Per carità, si può ben capire!
Situazione nuova, malattia nuova, è normale, per noi poveri mortali, andare in confusione. E’ normale e giusto cercare di arginare il morbo, e mettere in sicurezza i più fragili.
Quello che non è normale, però, è che davanti a tante incertezze e contraddizioni, a vaccini di cui si sa e non si sa, che vengono messi in circolazione, ritirati, e poi riproposti… non ci possa essere una discussione franca, seria, scientifica.
Possiamo capire cosa succede? Nel breve e nel lungo periodo… Quali sono i vantaggi e quali i rischi? Perché l’OMS si è rivelata ancora una volta un’istituzione così manipolabile, inaffidabile, mutevole? E’ possibile domandarsi se non ci siano dietro, tanto alla fretta quanto alla scarsa informazione, anche gli interessi delle potentissime multinazionali del farmaco?
Tanta gente si interroga; tantissimi sanitari, non solo in Italia, ma anche negli altri paesi del mondo, pur non essendo affatto novax, non vogliono oggi essere vaccinati a forza!
E’ davvero normale, in un paese che dovrebbe essere democratico, che chi obietta, a ragione o a torto, ma con argomenti ragionati, finisca nel mirino del pensiero unico dominante che non ammette dubbi, perplessità, domande?
Comunque gli organizzatori della manifestazione hanno prontamente replicato alle parole di OPI (ordine delle professioni infermieristiche) attraverso un comunicato che pubblichiamo sotto integralmente.
IL COMUNICATO DI VACCINARE INFORMATI – Abbiamo letto con rammarico e stupore il comunicato stampa dell’ordine delle Professioni infermieristiche della Provincia di Trento. Siamo stati definiti come “sedicente“ associazione; ma in realtà non abbiamo nulla di autoreferenziale.
Vaccinare informati è presente sul territorio da ben 16 anni ed è riconosciuta come interlocutrice anche dalle istituzioni Provinciali. L’associazione ha come mission la libertà di scelta vaccinale e terapeutica basata su un consenso informato e libero.
Ci offende profondamente come cittadini, in particolare il tono inquisitorio ed intimidatorio usato verso i molti infermieri ed operatori sanitari che hanno partecipato alla manifestazione del 24/04/2021.
Ricordiamo che il poter esprimere una propria opinione su qualsiasi argomento è un diritto tutelato dall’art. 21 della nostra Costituzione. Le pesanti parole utilizzate nella nota del Presidente dell’OPI riteniamo offendano la categoria infermieristica che è caratterizzata da persone con grande umanità, vicinanza, solidarietà ed empatia verso tutti gli ammalati.
I sanitari tutti, hanno dimostrato un grande senso del dovere anche nei momenti più difficili della pandemia; pur in presenza di istruzioni e protocolli in continua evoluzione, rimanendo saldi sul loro impegno lavorativo verso le persone ammalate.
Il primo dettame dell’etica è il rispetto dell’altro. Ci domandiamo quanto sia etico obbligare una qualsiasi persona a sottoporsi ad un trattamento sanitario non privo di rischi. In conclusione esprimiamo la nostra massima solidarietà a tutti coloro che sono stati oggetto di questi inopportuni attacchi.
Patrizia Filippi – Presidente dell’associazione Vaccinare informati
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