Trento
Linguaggio d’odio e le minacce in rete ai giornalisti: 63 episodi nel 2021

Nei primi tre mesi del 2021 si sono già registrati 63 episodi di violenza e intimidazioni nei confronti di giornalisti, con un aumento del 50% rispetto al primo trimestre 2020, che sono avvenuti nel 42% dei casi tramite la rete internet.
Sono alcuni dei dati forniti dal Servizio Analisi Criminale, illustrati ieri a Roma nel corso di una riunione dell’Organismo permanente di supporto al Centro di Coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, attivo presso il Viminale.
A livello territoriale, poi, Lazio, Toscana, Lombardia, Sicilia, Puglia ed Emilia Romagna sono fra le regioni più colpite, mentre le donne rappresentano l’obiettivo privilegiato degli odiatori, spesso anche con insulti e minacce di tipo sessista.
Nel dettaglio dei dati, i casi di atti intimidatori hanno avuto un significativo incremento, passando dagli 87 episodi del 2019 ai 163 del 2020 (+87%), il 44% dei quali commessi attraverso canali web.
Per quanto riguarda, inoltre, la matrice degli atti intimidatori commessi nel 2021, è riconducibile per il 30% a contesti socio/politici, per il 21% a contesti di criminalità organizzata e per il 49% ad altri contesti.
Il prefetto Rizzi, che presiede l’Organismo, ha sottolineato che «il fenomeno dell’odio in rete e delle minacce ai giornalisti, in modo particolare in questo difficile momento che la nostra società sta vivendo, è costantemente monitorato dalle Forze di polizia e seguito con grande attenzione dal ministro dell’Interno».
Purtroppo anche la nostra redazione nell’ottobre del 2019 è entrata nella lista delle testate minacciate che hanno subito intimidazioni. Nel nostro caso nella vecchia sede di via Milano furono devastate durante la notte tutte le vetrine degli uffici. Sulla matrice vandalica del gesto ci furono purtroppo pochi dubbi.
I vetri antisfondamento non avevano ceduto e si erano sono incrinati. Secondo le forze dell’ordine, si era fatta strada l’ipotesi che chi ha colpito poteva aver usato fucili o pistole ad aria compressa con piombini.
Ma quanto successo quella notte era solo l’ultimo di una serie di attacchi al quotidiano diretto da Elisabetta Cardinali, la quale – da quando ha preso in mano le redini del giornale online edito da Roberto Conci – aveva subito numerose minacce di morte e insulti.
Stessa sorte anche per il nostro editore che nel corso degli anni ha subito numerose minacce di morte ed intimidazioni di ogni tipo. La matrice purtroppo è sempre politica e riguarda i soliti noti, fomentati da quotidiani della stessa area politica, oppure da politici della stessa area e sempre più spesso magari di secondo piano.
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