Trento
Giovanni Bort, una storia in Confcommercio lunga 41 anni: «I prossimi 5 anni sono complicati, ma c’è la voglia di ricominciare da parte di tutti»

Giovanni Bort è stato riconfermato presidente di Confcommercio Trentino per acclamazione con voto unanime ed è pronto a guidare per la quarta volta di fila la categoria più importante della nostra provincia.
Subito dopo la nomina Bort ha ringraziato l’intera struttura dell’Unione per il grande impegno dimostrato in mesi particolarmente difficili, durante i quali l’iter dei rinnovi si è aggiunto alla già complessa gestione delle conseguenze della pandemia.
Il presidente ha anche sottolineato come il successo di Confcommercio sia «frutto dell’intuizione di chi ci ha preceduto e del lavoro degli anni successivi che ci consentono di poter fare sindacato con più forza e più attenzione verso gli associati che rappresentiamo.
La sua storia come rappresentante di categoria inizia nel 1980 quando entra a far parte del direttivo dell’associazione albergatori e fonda assieme a Ivo Rossi e Bertoldi l’Unione commercio e turismo che tuttora pilota come presidente per la quarta volta.
Ma prima ancora, tornato dal servizio militare, nel 1971 aveva affiancato il padre nella gestione dell’Hotel Trento che, dopo la morte del padre a 63 anni per un ictus, gestisce fino al 1990.
Giovanni Bort, grande maestro nelle pubbliche relazioni, si divide tra Trento e Roma e fra centinaia di appuntamenti istituzionali che iniziano al mattino presto e spesso finiscono tardissimo. Lavoratore instancabile più volte è stato chiamato a far parte della politica di primo piano in Trento, ma ha sempre rifiutato. «Non sono un uomo da partito e la politica non mi attira» – ha detto intervistato da un giornale locale
Sua figlia Giulia, splendida ragazza laureanda in sociologia, lo ha reso nonno come l’amata nipotina Virginia che ma coccolarsi durante i pochi week end liberi.
Dopo la sua nomina ha voluto ringraziare chi l’ha preceduto prima dei suoi tre mandati. Vuole fare qualche nome in proposito?
“Vorrei ringraziare chi ha sostenuto la mia candidatura. Credo che insieme potremo continuare a lavorare bene come abbiamo fatto in passato e a far crescere la nostra organizzazione sia dal punto di vista dei numeri associativi che dal punto di vista dell’aspetto economico della nostra organizzazione nel suo complesso.”
Quale responsabilità ha il presidente di un’associazione così importante nel settore terziario?
“E’ da molti anni che faccio il presidente e lo ho sempre fatto a tempo pieno, cercando di mettermi a disposizione degli associati e dei miei colleghi: ho sempre dato il massimo per far crescere questo settore, promuovendolo e cercando di fare capire all’opinione pubblica, alle parti sociali e alla politica la sua importanza nell’economia moderna. Siamo passati da una civiltà agricola a una industriale e ora siamo in una civiltà del terziario: tutti devono rendersi conto del ruolo che svolgiamo e la necessità delle nostre categorie dal punto di vista economico.”
Venerdì Mario Draghi ha firmato il decreto sostegno. Vuole commentare le misure prese per gli aiuti ai suoi associati?
“Questo DPCM è davvero risibile rispetto ai problemi che hanno colpito il terziario in particolare. La crisi è stata forte e i mancati ricavi sono evidenti e questo ristoro è nelle cifre, ridicolo. Se noi facciamo i calcoli oscilliamo tra il tre e il quattro percento rispetto alla vera mancanza di fatturato, oltretutto l’aiuto arriva solo per chi ha avuto un calo superiore al trenta percento. Vengono escluse così tantissime attività che hanno sofferto durante questa pandemia.”
Lunedì durante l’incontro con la Giunta cosa ha chiesto al presidente Maurizio Fugatti?
“Alla Giunta abbiamo chiesto che integri quello che non è stato fornito dal governo e in particolare che pensi alle realtà di montagna, fortemente penalizzate. Abbiamo chiesto sburocratizzazione, sostegno alla digitalizzazione, e interventi per il credito. Questo perché, come sappiamo, le moratorie stanno finendo, e se non si riesce ad avere l’okay dall’Europa non si potranno ottenere altre proroghe dei mutui, cosa che andrà a ricadere sulle aziende che dovranno ricominciare a pagare le rate. Quantomeno, se il governo non farà nulla, chiediamo che si possano approntare nuovi mutui che arrivino anch’essi al cento percento per evitare la chiusura di molte imprese.”
Quindici anni al comando di Confcommercio. C’è qualcosa che ha fatto che lo rende particolarmente orgoglioso?
“Tutto il lavoro che ho svolto con i miei colleghi di Giunta e del Consiglio mi rende orgoglioso: questa nostra organizzazione è cresciuta tantissimo in questi quindici anni. Abbiamo una decina di società a corollario della nostra attività sindacale le quali producono un reddito importante che viene in gran parte riversato sull’associazione, e che ci consente di fornire migliori servizi ai soci, più puntuali. È da sottolineare che dal punto di vista dei collaboratori il nostro sistema occupa quasi mille persone.”
Ha invece qualche rimorso o rimpianto di questi anni passati?
“Onestamente non c’è un rimorso su qualcosa in particolare, semmai il timore di non aver affrontato al meglio alcune situazioni.”
Si è fatto un’idea per la situazione dopo la pandemia per quanto riguarda il commercio e il turismo?
“La voglia di ricominciare c’è da parte di tutti, lo si vede bene anche nel tentativo di molti di prenotare le vacanze. Non appena usciremo da questa pandemia, credo che l’economia ripartirà e ripartirà bene. Non dimentichiamoci che in questo tempo i risparmi sono cresciuti di svariate decine di miliardi di euro, risparmi dei cittadini che non hanno potuto spendere proprio a causa della pandemia. Certamente per riprendersi in modo adeguato ci vorranno sicuramente alcuni anni e soprattutto di supporti alle imprese perché possano proseguire nelle attività e fare gli investimenti necessari per mantenere la nostra offerta sempre all’altezza.”
Quali sono i principali obiettivi per i prossimi cinque anni?
“Sicuramente sono tanti. Tra questi dare maggiori risposte più puntuali e precise ai nostri soci e difendere i loro legittimi interessi. Inoltre far crescere la professionalità dei nostri operatori affinché siano in grado di rispondere sempre al meglio alle domande dei nostri soci sia sul fronte sindacale che su quello dei servizi e sviluppare il nostro sistema economico in modo che le risorse siano sempre maggiori da mettere a disposizione per la crescita dell’associazione.”
Il prossimo quinquennio per Confcommercio sarà complicato e forse il più importante di tutti. Avere Giovanni Bort e la sua esperienza al timone di una categoria che ricordiamo produce il 50% del PIL provinciale del settore del terziario, è senza dubbio di ottimo auspicio.
Giovanni Bort alla fine dell’intervista ha affermato che questo quarto mandato sarà anche l’ultimo. Ma è presto per dirlo perché nella vita oltre la morte non ci sono poi molte altre certezze.
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