Trento
Lorenzo Ossanna nuovo assessore regionale ma si aprono delle pericolose crepe nel centrodestra

Ci sono voluti tre scrutini per eleggere Lorenzo Ossanna nuovo assessore regionale al posto del dimissionario Claudio Cia. Nei primi due scrutini ha raggiunto prima 33 e poi 34 voti (la maggioranza assoluta era a 36).
Poi al terzo scrutinio dove non era più prevista la maggioranza assoluta ma la maggioranza semplice è stato eletto assessore regionale con 39 voti; 20 voti sono andati ad Alex Marini, 6 le schede bianche. In aula non sono mancati i momenti di tensione e le colombe nelle prime due votazioni hanno colpito inesorabilmente.
Il neoassessore ha ringraziato il presidente Kompatscher e il vicepresidente Fugatti e tutti coloro che gli avevano espresso fiducia, impegnandosi “per consolidare e far crescere la nostra autonomia e la collaborazione tra le due province autonome”.
Walter Kaswalder e Luca Guglielmi del Gruppo consiliare Autonomisti Popolari-Fassa hanno accolto con soddisfazione la nomina del consigliere Ossanna quale Assessore regionale agli Enti locali. I due rimarcano come la vicinanza delle forze autonomiste alla maggioranza popolare e autonomista alla guida della Provincia di Trento sia da tempo testimoniata dall’accordo firmato direttamente con Matteo Salvini nell’estate del 2018: in quel documento si prospettava la massima tutela per le minoranze linguistiche attraverso l’Europa delle Regioni e la rivitalizzazione dell’Euregio come luogo di salvaguardia delle Autonomie tirolesi.
«Queste iniziative hanno visto negli anni di Giunta Fugatti un nuovo vigore testimoniato dalla predisposizione della nuova sede dell’Euregio in via Grazioli. Siamo sicuri e convinti che tutte le forze autonomiste non possano che riconoscere lo sforzo in questa direzione della Giunta provinciale popolare e autonomista e crediamo che il percorso futuro sia segnato. Buon lavoro, dunque al nuovo Assessore Ossanna, convinto , come noi, che la strada intrapresa sia quella di un nuovo slancio regionale dell’Autonomia trentina, anche e soprattutto in chiave euroregionale.» – Concludono i due consiglieri regionali e provinciali del Gruppo Autonomisti Popolari-Fassa
Opposta invece la valutazione dell’assessore dimissionario uscente Claudio Cia migrato in Fratelli d’Italia che parla di “La triste continuazione della politica del baratto e del ricatto”
«Non si vuole in questa sede entrare nel merito della scelta effettuata – osserva Claudio Cia – piuttosto si potrebbe disquisire sul metodo utilizzato per giungere a questa designazione, un metodo che ha dimostrato la totale incapacità di saper coinvolgere tutte le forze politiche di centrodestra attraverso un lavoro di squadra che sappia valorizzare le competenze e le sensibilità di tutti. Come peraltro già in troppi casi, il sospetto – diffuso anche tra gli elettori – è che il centrodestra trentino abbia finora saputo valorizzare solamente elementi provenienti dal mondo del centrosinistra, nonostante lo spot elettorale del Presidente Fugatti nel 2018 recitasse che assieme a lui erano “300 candidati, tutti con competenze, professionalità ed esperienze diverse, tutti con un unico scopo, un Trentino migliore».
E ancora: «Come abbiamo sempre sostenuto, soprattutto in politica, vi è una grande differenza tra la fedeltà cieca che i tifosi riservano alla propria squadra del cuore senza usare la testa e la lealtà che può esercitare chi viene coinvolto fin dal principio in un percorso che porti ad una decisione condivisa. È quindi particolarmente svilente venire a conoscenza dalla stampa di un accordo già sottoscritto, soprattutto per chi – come noi – ritiene che lo spazio della coalizione sia un qualcosa di serio e che non ci si possa limitare – soprattutto su decisioni così importanti – a votare a comando in aula».
«È bene che non si cerchi di accampare scuse per la mancanza di informazione in una coalizione che alle elezioni provinciali del 2018 comprendeva – oltre alla Lega – altre otto forze politiche e grazie alle quali è stato possibile vincere e governare tanto in Provincia (senza PATT) quanto in Regione. Non ci si nasconda quindi dietro al fatto che – in Regione – Fratelli d’Italia si trova all’opposizione, perché non si è credibili.»
Claudio Cia ribadisce anche che l’accordo non è tra PATT/SVP e centrodestra ma tra PATT/SVP e Lega (con molti Consiglieri di questa forza politica che hanno giustamente espresso delle perplessità ancora una volta non sulla persona scelta, ma sul metodo utilizzato).
«Non si pensi però di andare lontano con gli accordi sottobanco – continua Cia – con la politica del do ut des. Le elezioni amministrative del 2020 ci hanno insegnato che il PATT si trova più a suo agio con il centro-sinistra (si contano sulle dita di una mano i Comuni in cui il famoso “block frei” ha portato ad una collaborazione con il centro-destra). Non si dia per scontato – a seguito dell’elezioni di Ossanna ad Assessore regionale – l’appoggio del PATT alla coalizione di centro-destra nel 2023, perché di tempo ne manca ancora molto. Questa non è strategia, è la triste continuazione della politica del baratto e del ricatto.»
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