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Coco Chanel, la donna che amava la moda e i libri

Gabrielle Bonheur Chanel in arte Coco Chanel, affermava di essere una semplice sarta, ma più che cucire amava tagliare i vestiti sulle modelle. Un genio creativo che ha rivoluzionato la moda femminile dal XX^ secolo in poi.
La semplicità e sobrietà dei tailleur in jersey e la praticità dei pantaloni, il tubino nero con lunghe collane di perle, le scarpe basse a due colori, la comodità di una borsetta a tracolla con catenella, sono alcune delle sue straordinarie creazioni, che nel 2017 sono state esposte in una mostra dal titolo “La donna che legge” alla Ca’ Pesaro di Venezia.
Oltre alla moda la stilista amava la lettura dei classici, la prosa e la poesia, l’archeologia, collezionando libri, disegni, manoscritti, dediche di grandi artisti, conosceva 3-4 lingue.
Proprio nella giornata internazionale della donna (8 marzo 2021), il Circolo Auser Università Cultura e Viaggi di Verona ha organizzato l’incontro online dal titolo “Coco Chanel la donna che amava la moda e i libri”, relatrice Sabrina Baldanza storica dell’arte.
E’ stata l’occasione per conoscere alcuni aspetti inediti di una donna, che ha saputo riscattarsi da un’infanzia modesta e da un destino avverso.
A Saumur un paesino nella regione della Loira (ricca di castelli, chiese e musei) nasce nel 1883 Gabrielle Bonheur Chanel, il padre era un venditore ambulante che dopo la morte della moglie si disinteressa dei cinque figli, di cui tre femmine.
I maschi vengono indirizzati in un’azienda agricola, mentre le tre sorelle sono affidate all’orfanatrofio di Aubazine presso un monastero, dove le suore si prendono cura di loro; Gabrielle frequenta la scuola di apprendimento delle arti domestiche, trovando poi lavoro presso un negozio di biancheria e sartoria.
Tra i vari film che hanno raccontato la vita di Coco Chanel, la relatrice segnala “L’amore prima del mito” del 2009 regia di Anne Fontaine, un frammento del film spiega l’origine del nome Coco, tratto da una canzone del suo repertorio di cantante cabarettista senza successo.
A 25 anni la svolta della sua vita, conosce Étienne Balsan allevatore di cavalli e giocatore di polo, nonché primo finanziatore della stilista.
Nel 1909 erano in voga cappelli sontuosi che Coco Chanel reinventa con semplicità, un cappellino di paglia con nastri o piume, che nel giro delle amicizie di Balsan viene molto apprezzato, perfetto per l’ambiente dell’ippodromo che frequentava.
Forte della sua personalità risoluta e delle relazioni acquisite, nel 1910 apre un primo negozio a Parigi e in seguito altri due, l’uno a Deauville in Normandia e l’altro a Biarritz nei Pirenei.
Coco Chanel era una donna moderna per l’epoca, amava l’abbigliamento semplice ma elegante, un vestito di velluto nero con colletto bianco, le tonalità grigio, blue marine, beige.
Uno stile monacale reinterpretato attraverso la sua sensibilità di ragazza, ma inventa anche la moda marinara, a righe bianche e blu.
Successivamente conosce e si innamora del giovane industriale inglese Arthur “Boy” Capel, che morì in un incidente d’auto a soli 38 anni, una grande storia d’amore finita tragicamente che gettò nello sconforto Coco Chanel, decise allora di rifugiarsi a Venezia per ritrovare se stessa.
Il lavoro di imprenditrice, la consapevolezza di sé e la libertà personale diventano le sue vere passioni, oltre all’interesse per i tarocchi e il numero 5, che darà il nome al leggendario profumo Chanel N°5.
Con l’occupazione tedesca non vuole chiudere i negozi e coglie l’opportunità di confezionare le divise per le infermiere. Scelta che dovrà pagare a caro prezzo con l’esilio negli USA, nel 1954 rientra a Parigi con una nuova collezione e inventa la famosa borsetta 2.55.
Nonostante proprietaria di una casa arredata, la stilista vivrà all’Hotel Ritz a Parigi fino al 1971, lasciando agli eredi il compito di proseguire l’attività della Maison, ancora oggi intramontabile.
La letteratura e l’arte hanno nutrito l’immaginario di Coco Chanel, ma il suo inconfondibile stile è frutto della capacità di superare le grandi difficoltà che il destino a volte riserva al genere umano.
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