Io la penso così…
Femminicidi e violenze in famiglia: il coraggio sociale e politico per una vera prevenzione

Spett.Le Direttore,
Il 2020 ha visto, nella sola Italia, 91 femminicidi, di cui 81 perpetrati in contesto familiare, cioè in situazioni in cui la vittima era parente del carnefice. Ed è solo la punta di un iceberg. Sì, perché a subire violenze sono anche uomini, magari incapaci di reagire, e minori, che vengono vessati spesso da coetanei ed in contesti di debolezza psico-fisica.Riteniamo che sia ora che la politica metta mano ad una situazione non più sostenibile.
Perché ad esempio i violenti già segnalati devono portare il braccialetto elettronico, che chiarisca se sono dove devono essere. Perché ci vuol poco, a menti malate come queste, che pensano che la loro compagna sia di loro ‘proprietà’, per entrare in azione e massacrare le poverette. O come ci vuole niente perché ragazzi “bulli” prendano di mira loro compagni di scuola colpevoli ai loro occhi di essere deboli e vessarli pesantemente.
Ma invece finora abbiamo assistito solo a marce di solidarietà e compianti sui vari cadaveri. Non è questione di cerimonie, ma di fatti! Ed è di quello, che il Paese latita. Perché una certa logica maschilista in Italia è ancora all’ordine del giorno, in funzione di una supposta virilità che ignora completamente le regole del vivere civile, fino a diventare ridicolo ‘machismo’ o, purtroppo, criminale violenza.
E la violenza, sempre più in questi duri mesi di chiusura forzata, si fa strada tra di noi e soprattutto nelle menti bacate di quanti non riescono a gestire situazioni di frustrazione pesante e stress. La malattia mentale sta dilagando ed in questa società la donna ancora una volta risulta essere il soggetto vulnerabile perché la grande depressione economica e la crisi lavorativa la mettono spesso ai margini delle strette ed asfittiche regole del mercato lavorativo.
Spesso la mancanza di autonomia economica fa sì che si alimenti e cresca anche all’interno delle mura domestiche un atteggiamento di violenza e di pesanti vessazioni che spesso purtroppo si traducono in gesti estremi. E certi minorenni trovano in esempi siffatti lo spunto per comportarsi in quel modo a scuola o nei momenti di svago.
Se vogliamo porre un freno al fenomeno della aggressività verbale e fisica ci vuole anche un cambio di passo culturale, e certi stilemi devono avere fine, capendo che la vastità e la peculiarità dell’intelletto femminile sono complementari a quelle maschili. Altrimenti, la donna verrà considerata inferiore e da disprezzare e maltrattare, quando invece deve essere ammirata e amata.
Per quanto concerne altri tipi di violenza, pensiamo debbano essere aperti appositi consultori, dove vittime e specialisti possano incontrarsi, e dove si possano poi condurre i violenti per essere rieducati. Certo, ci vuole coraggio, coraggio sociale e politico, non si può latitare, bisogna intervenire con progettualità compiute.
Solo allora saremo una nazione progredita, moderna ed evoluta, allorquando tutti si sentiranno rispettati e valorizzati nella e per la loro diversità, così meravigliosa. Se sapremo intervenire in fretta, molte vite saranno salvate e, ci piace pensarlo, chi ha perso la propria non sarà morto/a invano.
Gabriella Maffioletti, Vice coordinatrice di Forza Italia Trentino Alto Adige
Potete inviare le email al direttore da inserire nella rubrica «io la penso così» scrivendo a: redazione@lavocedeltrentino.it
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