Arte e Cultura
Il Castello del Buonconsiglio fa restaurare la mandora di Mozart

Tre strumenti musicali: una mandora “mozartiana”, una pochette e un “Parti”. Sono loro i protagonisti del progetto pilota tra il Castello del Buonconsiglio e l’Università di Pavia che avrà come obiettivo il loro restauro e la successiva esposizione al castello.
Se ne occuperà il corso di laurea in “Conservazione e Restauro dei Beni Culturali del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali” dell’Università di Pavia, che ha sede a Cremona. La mandora appartiene alla famiglia dei liuti, la pochette è un violino da tasca, mentre il “Prati” è un organo, tutti e tre appartengono all’età barocca.
La mandora, che suonava Mozart in persona da bambino del Castello del Buonconsiglio, arriva dalle collezioni di Castel Thun e fu realizzata da Andreas Ferdinand Mayr (nato nel 1693 e scomparso nel 1764): liutaio di origini viennesi attivo alla corte di Salisburgo.
Non è l’unico museo a conservare una mandora di sua produzione, ma questa risulta essere quella più antica e quindi con un elevato valore documentario. Questo strumento è più semplice rispetto al liuto barocco: presenta infatti meno corde e con un’accordatura (successione di intervalli) simile a quella della chitarra moderna, tanto che rappresenta l’anello di congiunzione tra i liuti e la chitarra come siamo abituati a vederla oggi.
Il restauro terminerà a fine 2021 e non ha la pretesa di far tornare lo strumento a suonare ma vorrà solo conservarlo. Lo si potrà utilizzare per farne delle copie esatte ad esempio, che aiuteranno i musicisti a riscoprire le giuste sonorità del repertorio legato a questo strumento, ancora molto poco conosciuto.
La pochette, o violino da tasca, risale al 1656 e presenta una fattura molto interessante. Veniva utilizzata soprattutto dai maestri di ballo durante le loro lezioni: molto comodo da trasportare, come il nome ci fa intendere, era più che sufficiente per suonare le melodie di accompagnamento.
Ne esistono due tipi che si differenziano per la forma: la prima è di forma molto allungata e che corrisponde a quella del museo, la seconda a violino, in cui la cassa è come un violino molto piccolo ma con un manico molto lungo.
Strumento molto utilizzato nei seicento divenne, potremmo dire un bene, di lusso: si parla addirittura di “pochette di corte” per esemplari, come quello trentino, che presentano decorazioni e intarsi preziosi di materiali come l’avorio, come la stessa pochette del Buonconsiglio.
È infatti ornata da motivi a scacchi, da una testina scolpita in avorio (o osso, lo stabiliranno le analisi) e da altri dettagli che la rendono piacevole allo sguardo. Il valore dello strumento è ancora più alto perché si presenta con il suo archetto, e non solo: si sono conservati anche i crini dell’arco e delle corde, probabilmente originali (ma questo potrà confermarcelo solo l’analisi).
L’organo sarà lo strumento con il restauro più lungo ed impegnativo che potrà arrivare addirittura fino al 2024. Fu realizzato dal celebre Carlo Prati nel 1694, probabilmente sulla base di un organo costruito nel 1662, ed eseguito per la chiesa dell’Inviolata a Riva, ma nell’Ottocento. Successivamente divenne proprietà del Comune di Riva che lo vendette nel 1931, dopo averne constatato lo stato di abbandono, allo Stato tramite il Soprintendente Giuseppe Gerola.
Ora è conservato al Museo Nazionale del Buonconsiglio, nella sala della Stua Grande, venendo utilizzato solo da noti organisti. Il restauro sarà completo: comprenderà sia le parti meccaniche, sia quelle lignee, così come le delicate parti policrome della cassa. Una volta completato questo processo dovrà essere conservato a temperatura costante e suonato periodicamente.
I lavori per le analisi diagnostiche saranno monitorati da Angela Romagnoli (presidentessa del corso di laurea), Massimiliano Guido (organologo e docente), da Marco Malagodi (chimico del restauro), Claudio Vela (direttore del dipartimento) ed eseguite dal Laboratorio Arvedi di Diagnostica dell’Università di Pavia; il restauro sarà a cura di Marco Fratti. I restauratori che si occuperanno della mandora sono Bob van de Kerckhove e Tiziano Rizzi.
Per quanto riguarda la pochette i responsabili saranno Bruce Carlson e Bernard Neumann. Interessante sapere che gli studenti del corso specialistico interverranno direttamente nel in questi lavori.
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