Trento
Arrivano i primi dati sul nuovo corso di laurea in medicina. Prossimo passo: l’avvio delle specializzazioni

Il rettore Paolo Collini ha presentato alla V Commissione convocata in videoconferenza dalla presidente Alessia Ambrosi (Lega) il nuovo corso di laurea magistrale a ciclo unico interateneo in medicina e chirurgia istituito presso l’università di Trento.
L’assessore Bisesti ha introdotto l’incontro sottolineando la celerità con cui è stato avviato il corso, a dimostrazione dell’ottima collaborazione tra Provincia e ateneo con l’apporto determinante dell’università di Verona che vanta una lunga esperienza per quanto riguarda la facoltà di medicina e che l’avvio dell’anno accademico a Trento ha messo a disposizione i propri docenti. “Certo – ha osservato Bisesti – il corso non risolverà a breve il problema della carenza dei medici nel nostro territorio, ma segna un primo importante passo anche verso questo obiettivo: il prossimo sarà quello dei percorsi di specializzazione che permetteranno di inserire i laureati negli ospedali del Trentino”.
L’assessore ha accennato anche alla questione del nuovo ospedale del Trentino ricordando che la vicenda legale, sbloccatasi poche settimane fa, permette finalmente di procedere ad una progettazione definitiva che potrà assicurare uno stretto collegamento con il corso di laurea universitario.
Il rettore dell’ateneo Paolo Collini ha messo l’accento sul fatto che già molte imprese guardano con interesse al nuovo corso di laurea frutto dell’integrazione tra le università di Trento e Verona. Per Collini, che si è servito di alcune slides per evidenziare i primi dati relativi al nuovo corso di laurea, il problema della carenza di medici nel nostro territorio è reale perché molti giovani laureati e specializzati oggi migrano dall’Italia all’estero.
Questo nuovo corso di laurea, quindi, con le specializzazioni che seguiranno permette alla nostra provincia di guardare al futuro con fiducia. Molti laureati in medicina rimangono infatti nel territorio in cui si specializzano, specialmente se esistono centri di ricerca di eccellenza come quelli di cui dispone oggi il Trentino.
Collini ha segnalato anche che l’università ha predisposto un piano di reclutamento di docenti che garantisce la capacità del corso di reggere nel tempo. Il rettore ha poi ricordato i 60 posti offerti dal corso appena avviato, occupati da 31 studentesse e 29 studenti.
Di questi 41 sono residenti nel Trentino Alto Adige, mentre 16 provengono dal Veneto e gli altri dal resto d’Italia.
Tra i 675 partecipanti al test di ammissione, 450 avevano indicato Trento come prima scelta. Il rettore ha anche presentato la bella e storica sede di palazzo Consolati nel cuore della città. Fondamentale per il rettore sarà la partita delle scuole di specialità, per le quali ci sarà bisogno di lavorare nei reparti ospedalieri: fatto che arricchirà il sistema sanitario del Trentino. E questo anche grazie alla presenza di personale accademico in ambito medico impegnato nelle singole specializzazioni.
Infine Collini ha annunciato che la Giunta provinciale ha da poco approvato un protocollo d’intesa con l’università di Verona per la creazione di un tavolo di programmazione da cui dipenderanno le iniziative dei prossimi anni.
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