Società
Pandemia, gelo, crisi.… e cos’altro ancora?

Se qualcuno pensava che brindando al nuovo anno come d’incanto sarebbero spariti i problemi che il 2020 ci ha riservato, si illudeva. Tanti hanno preferito farsi gli auguri sottovoce, sapendo bene che la realtà è ben diversa, tutti i nodi vengono al pettine prima o poi.
La pandemia è stata una formidabile occasione per guardare con occhi nuovi la nostra stessa esistenza, la vita personale e professionale, il contesto politico-economico-sociale, il mondo nella sua interezza.
Ognuno ha sperimentato una forma nuova di solitudine non sempre da disdegnare, andrebbe analizzato un po’ meglio il concetto stesso di solitudine, che ha tanti sinonimi: isolamento, lontananza, ritiro, abbandono, emarginazione e quello più attuale “distanziamento”.
Questi termini non sono propriamente dei sinonimi, c’è la solitudine voluta come nel caso della tragedia della coppia anziana di Arco, segno di vicinanza affettiva fino all’ultimo istante.
C’è la solitudine subìta per mancanza di una adeguata rete familiare e sociale, a volte non si è in grado di organizzare la propria vita per pigrizia o negligenza.
Le persone di fronte ad un evento epocale come il Covid-19 hanno dovuto adeguarsi alla situazione, nella primavera scorsa ha prevalso sgomento e paura della malattia. Oggi abbiamo tutti metabolizzato, soprattutto informandoci, leggendo, comunicando tra di noi, che da ogni problema che incontriamo, dobbiamo saper trarre insegnamento e quindi attrezzarci per il futuro.
Colpisce però che di fronte ad un evento atmosferico inconsueto come la grande nevicata a cavallo dell’anno, i cittadini siano rimasti quasi immobili, lasciando che il ghiaccio facesse da padrone.
Certo non tutte le amministrazioni si sono rimboccate le maniche come avremmo voluto, ma c’è il piccolo Comune di Torcegno che ha fatto scuola, con un appello alla comunità locale a spalare la neve in collaborazione con gli operai del cantiere, ed è stato un successo nel rispetto delle regole di distanziamento e utilizzo di mascherina.
Una parvenza di normalità in un periodo che di normale non ha nulla, eppure ogni persona giovane o adulta che sia, reagisce e si adatta alla nuova situazione in modo diverso; un nuovo modo di vivere che ci vedrà impegnati e consapevoli almeno per l’intero 2021 in attesa del vaccino.
Alle domande poste a diversi target di età sul cambiamento delle proprie abitudini in seguito alla pandemia, abbiamo ricevuto alcune risposte che riassumono l’attuale stato d’animo: “Completamente si vive alla giornata, mancano i progetti a lungo termine, di positivo ci si concentra su cose più concrete e non fatue, manca la socialità con le persone che ora sono chiuse in se stesse e con tanta paura. Questo per fortuna si sfuma incontrando gente di montagna concreta ma più sensibile all’altro. Cosa mi piacerebbe fare? Vedere i miei cari e fare tanti progetti per il futuro, tornare alla normalità anche per esprimere il mio lato creativo, solo guardando con occhi più sereni la vita”. (Antonietta)
“Della cosiddetta normalità mi manca la socializzazione, le amiche, andare in palestra o vedere un bel film al cinema, entrare in un cafè pieno di gente, fare escursioni di gruppo in montagna. Quello che posso fare è stare all’aria aperta e pulita per aumentare le difese immunitarie, incontrando poca gente in mezzo alla natura. Mi dispiace per quelli che non lavorano, casualmente mi sono trovata nel bel mezzo della manifestazione dei grembiuli bianchi e mi sono sentita solidale con loro. Vorrei che tutte le persone diventassero migliori”. (Cinzia)
“La mia vita sociale si è estremamente ridotta, non riesco più a coltivare tutte le mie amicizie. Inoltre passo molto più tempo in casa, oltre a uscire meno la sera, vado meno in montagna. Della normalità mi manca la spensieratezza di uscire e ritrovarsi casualmente a chiacchierare con qualche amico trovato in un bar o in biblioteca. Vorrei partecipare ad un concerto con tanta gente”. (donna 28enne)
Ho riletto con un certo interesse un nostro articolo pubblicato cinque anni fa dal titolo: “Allenarsi all’incertezza del futuro” quasi profetico che fa riflettere…
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