Italia ed estero
Boom di truffe online durante l’emergenza sanitaria

Potremmo definirle “truffe da pandemia” quelle finalizzate a raccolte fondi per ospedali o falsi patrocini di istituzioni ed enti pubblici che specialmente durante il lockdown promuovevano collette per sostenere l’emergenza sanitaria. Ovviamente tutto falso, ma molti italiani ci sono cascati lo stesso.
E quando non si trovavano più mascherine, guanti monouso o disinfettanti? Ecco pronta un’altra truffa: la gente ordinava online pagando anticipatamente, ma nulla arrivava di quanto ordinato.
Così nel primo semestre dello scorso anno in Italia si è registrato un aumento del 600% del numero di email phishing a livello mondiale tutte correlate col coronavirus. Un super lavoro per la Postale Postale che è intervenuta in un costante numero di casi ‘minori’, nell’ordine delle decine di migliaia di euro, perché in pochi mesi sono state frodate 48 grandi e medie imprese, per un ammontare complessivo di oltre 25 milioni di euro di profitti illeciti.
Di questi, fortunatamente, quasi 15 sono stati già recuperati in seguito all’intervento della Polizia Postale, che al 10 dicembre 2020 ha identificato ed indagato 674 persone, di cui 24 arrestate (nello stesso periodo del 2019 furono indagate 531 persone e 8 arrestate). 358 i casi di falsi trading online che hanno causato esborsi per 20 milioni di euro ed anche in questo caso a facilitare la truffa è stata la certezza di alti ed immediati guadagni.
E’ cambiato anche il contesto degli hackeraggi: dall’analisi dei dati relativi alle attività del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic) è emerso che “sia gli attacchi diretti alle grandi infrastrutture erogatrici di servizi essenziali (approvvigionamento idrico ed energetico, pubblica amministrazione, sanità, comunicazione, trasporti, finanza sistemica), sia gli attacchi apparentemente isolati a singoli enti, imprese o cittadini), sono connotati da una dimensione criminale organizzata, essendo ascrivibili a sodalizi ben strutturati, spesso attivi a livello transnazionale“.
In aumento anche il furto di dati personali portato a termine con siti clone o bombardamenti di mail con allegati malevoli. Parallelamente, il procacciamento di codici ‘one-time’, token virtuali e password “avviene mediante il ricorso al insidiosa variante ‘vocale’ del phishing, il cosiddetto ‘vishing’, e alle tecniche di sim-swap“. In quest’ambito, le indagini hanno permesso di identificare ed indagare 3.741 persone, a fronte dei 3.473 denunciati nello stesso periodo dell’anno precedente
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