Spettacolo
Successo per la fiction su Chiara Lubich: è stato il programma più seguito con 5,6 milioni di spettatori

La Rai può dirsi soddisfatta. La fiction su Chiara Lubich ha riscosso successo fra i telespettatori. E’ stata girata a Trento con la collaborazione della Trentino Film Commission e il sostegno della Fondazione Museo Storico del Trentino.
Il film tv Chiara Lubich L’amore vince Tutto, trasmesso domenica 3 gennaio da Rai1, è stato il programma più seguito della prima serata tv, con 5.641.000 spettatori e il 23% di share.
Chiara Lubich, intrepretata magistralmente da Cristiana Capotondi, è la fondatrice del Movimento dei Focolari, (nel centenario della sua nascita) che ad oggi conta circa due milioni di persone sparse in tutto il mondo.
L’attrice ha dichiarato di essere stata felice di interpretare Chiara Lubich, una donna contraddistinta, dice, “dalla semplicità, è la semplicità, unita a un pizzico di follia. Il movimento dei Focolari comprende due milioni di persone in più di 180 Paesi del mondo e Chiara riusciva a parlare con tutti, faceva già quegli incontri che noi oggi facciamo online, anche se solo in maniera radiofonica, perché sapeva che c’era bisogno di condividere certi valori, In quest’epoca in cui abbiamo smesso di farci domande e non riusciamo nemmeno ad affrontare certe tematiche, la figura di Chiara Lubich interpretata laicamente è fondamentale».
Durante la fiction emergono i suoi ideali di unità e di fratellanza, che durante la guerra (siamo a Trento nel 1943) appaiono quasi fuori luogo.
Chiara Lubich vuole portate un messaggio di pace e di speranza e viene aiutata da un gruppo di donne, anche loro contro i pregiudizi dell’epoca. E’ difficile che un gruppo di donne possa cambiare le cose, ma il messaggio che la Lubich ha portato avanti è andato oltre le voci e i pettegolezzi della Chiesa.
Chiara è una maestra delle elementari, che dopo aver letto il Vangelo, trova all’interno le risposte sulla sua vita. Decide quindi di dedicare la sua vita a Dio, aiutando i poveri e i bisognosi.
Si uniscono a lei una serie di donne, che si supportano l’un l’altra e aiutano tutti coloro che ne abbiano bisogno. Nel frattempo il movimento continua a crescere e attira l’attenzione della Chiesa.
Il film è molto intenso e arriva al cuore dei telespettatori. Ci sono stati però degli svarioni, senza i quali si sarebbe parlato di un capolavoro.
Nella prima scena della fiction, quando Chiara viene chiamata dai prelati del Sant’Uffizio in Vaticano, lei firma delle clausole con il nome di Chiara e non con quello di Silvia. In realtà il nome Chiara le verrà suggerito più avanti da un frate cappuccino, quando decide di dedicare la sua vita a Dio.
Quando prende i voti è il 7 dicembre 1943. Nella fiction si vede la Lubich che esce nel chiostro dei frati e si mette a ballare dalla gioia. Indossa solo una camicetta con le maniche corte, ma in realtà è pieno inverno.
Ci sono poi degli anacronismi rispetto al periodo in cui è vissuta Chiara. All’interno della chiesa dei frati francescani prende in mano una pacco di libri della messa con la copertina di plastica rossa, ma nel ’43 ancora non c’erano tali copertine.
Oppure il 2 settembre del 1943, la sirena dell’allarme aereo costringe la popolazione a cercare un rifugio. La maestra che insegna ai bambini nel convento dei frati, invita loro a prendere il cappotto e a mettersi a riparo dalle bombe. Il cappotto non si abbina però in pieno con il vestiario dell’epoca.
Non sono comunque questi gli episodi che hanno attirato l’interesse del pubblico. I messaggi di amore, pace e fratellanza sono stati recepiti e hanno colpito nel segno.
Ad affiancare la protagonista Cristiana Capotondi, nel cast artistico troviamo Aurora Ruffino nel ruolo di Ines, Miriam Cappa in quello di Giosy, Greta Ferro in quello di Graziella, Valentina Ghelfi nel ruolo di Natalia e Sofia Panizzi in quello di Dori. E ancora Eugenio Franceschini nelle vesti di Gino e Andrea Tidona in quelle del Vescovo De Ferrari.
“Chiara Lubich. L’amore vince tutto” è una coproduzione Rai Fiction – Eliseo Multimedia, prodotta da Luca Barbareschi. Il soggetto è di Giacomo Campiotti, Luisa Cotta Ramosino e Lea Tafuri che firmano anche la sceneggiatura insieme a Francesco Arlanch.
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