Trento
Morto l’autonomista Giulio Pompermaier. Aveva 98 anni.

Giulio Pompermaier, classe 1923, si è spento alla veneranda età di 98 anni. E’ rimasto lucido fino all’ultimo, era sempre aggiornato su cosa facesse il Partito autonomista, e fino a qualche tempo fa era solito girare in città con la sua bicicletta.
Fine anno di lutto di lutto per gli autonomisti trentini, dopo la scomparsa di Rina Bonvecchio Sommadossi (qui articolo) a distanza di poche ore viene a mancare anche Giulio Pompermaier, entrambi portati via dal coronavirus.
Giulio Pompermaier era il presidente onorario del PATT, membro di spicco dell’MST (Movimento Separatista Trentino) poi confluito nell’ASAR e quindi nel PPTT. Era l’ultimo superstite del gruppo formato da Emilio Sommadossi, Luis Penner e Carlo Devigili.
Si potrebbe definire il decano, quello che negli incontri con il Movimento Giovanile del PATT li apriva e li chiudeva, quello che quando parlava veniva ascoltato con rispetto. Uno studioso della storia del Trentino e dell’Autonomia. Un uomo dalla vita incredibile che aveva spesso raccontato ai giovani autonomisti: la rocambolesca avventura dal Trentino a Innsbruck e da lì fino a un lager nel cuore della Germania nazista, per liberare un amico fatto prigioniero.
Sembrava la trama di un film, specie quando raccontava di come con un terzo amico riuscì a entrare nel lager, liberare il prigioniero sostituendosi a lui e poi ritrovando la libertà tornare tutti e tre a casa.
Mancherà a tutti gli autonomisti vedere Giulio sfrecciare sulla sua bicicletta, nonostante l’età, per raggiungere la biblioteca di Trento e leggere giornali e riviste così da tenersi aggiornato sugli avvenimenti trentini e del mondo: perché il suo sguardo poteva concentrarsi sulle vicende locali ma non era mai localista.
Pompermaier era nato a Calliano e si era laureato a Innsbruck. Perfettamente bilingue, ha vissuto tutta la vita combattendo per l’autonomia del Trentino.
Nel 1945, insieme ad Arthur Andreatta, Hans Ravelli e Gisella Tuma firmò un memorandum in cui chiedeva sostegno al generale francese Charles de Gaulle per l’attuazione del plebiscito popolare.
Lui, leader del Movimento separatista italiano, richiedeva il distacco del Trentino Alto Adige dall’Italia e affermava che l’annessione è stata compiuta senza l’effettuazione di un plebiscito, e cioè senza la consultazione del popolo.
Il 5 settembre 1946 venne firmato l’accordo Degasperi-Gruber fra il governo italiano e quello austriaco. L’Italia si impegnava a riconoscere e a tutelare la minoranza tedesca del Trentino Alto Adige, facendo sì che la lingua tedesca possa essere parlata e insegnata e che possano essere mantenuti i suoi toponimi .
Il Movimento separatista si sciolse e i suoi sostenitori appoggiarono l’Asar, l’associazione regionale che voleva la piena autonomia del Trentino Alto Adige.
L’Asar ebbe delle crisi interne e nel luglio del 1948 Pompermaier e altri autonomisti fondarono il Partito Popolare Trentino Tirolose (PPTT). L’autonomia del Trentino si rispecchiava così in un partito politico e non più in un’associazione.
Negli anni ’80 ci furono delle spaccature all’interno del partito, che portarono alla formazione di due correnti: l’Unione Autonomista Trentino Tirolese (UATT), di cui faceva parte anche Pompermaier, e l’Autonomia Integrale.
Nel maggio 1987 le due corrente si unirono e diedero vita al Partito Autonomista Trentino Tirolese (PATT) il cui segretario fu Carlo Andreotti.
Proprio Carlo Andreotti, ex presidente della Provincia e della Regione, lo ricorda come una persona molto colta e di grandi principi. Vent’anni fa pubblicò a sue spese un libretto che raccontava le vicende storico-politiche del Trentino fra gli anni 1914-1950.
In una nota gli autonomisti ricordano Giulio Pompermaier e Rina Bonvecchio Sommadossi come un esempio. «Qualcuno afferma che il Partito Autonomista ha sette vite come i gatti ed è vero. Perché è un Partito nato su convinzioni profonde, su motivazioni sempre più attuali, su valori veri e consolidati nella nostra storia. Ma anche un Partito che ha radici profonde, che non tradisce le proprie origini, che trae alimento ed esempio da persone che, come Giulio Pompermaier e tanti altri, hanno pagato un prezzo molto alto pur di tenere alti gli ideali della nostra autonomia.» – si legge nella nota dei vertici del PATT
E ancora: «In questi tristi momenti, tutti gli Autonomisti sono vicini con affetto e riconoscenza ai figli Paola, Maria, Cristina, Alberto e Andrea e ricordano con dolore anche la scomparsa, avvenuta lo stesso giorno, di Rina Bonvecchio, compagna di un altro autonomista storico come Emilio Sommadossi e attivista convinta e sempre disponibile, ma anche sostenitrice e dirigente dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero. Siamo sicuri che il dolore del distacco, oggi pesante per tutti, col tempo lascerà spazio al ricordo piacevole delle tante iniziative e delle emozioni vissute con Giulio e di Rina, così come con Carlo, scomparso qualche settimana fa. Emozioni che fanno parte del patrimonio più prezioso della lunga storia del Partito Autonomista Trentino Tirolese.»
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