Trento
Ieri ancora disagi in città, Silvia Zanetti: «È stato o no predisposto un piano per questa annunciata emergenza?»

La situazione fa ancora fatica a tornare alla normalità. Il giorno dopo la grande nevicata i mezzi e gli uomini dell’amministrazione comunale hanno lavorato incessantemente per liberare strade e marciapiedi.
Nel primo pomeriggio di ieri sono stati utilizzati i mezzi pesanti per togliere lo strato di neve ghiacciata che rappresenta un problema soprattutto nella zona sud della città.
Ieri mattina è stato anche completamente liberato dalla neve il piazzale limitrofo alla BLM Group arena dove vengono effettuati i tamponi drive-through.
Una volta che strade e marciapiedi saranno resi agibili, il compito successivo sarà quello di portare via e smaltire l’enorme quantità di neve caduta ieri in sole dodici ore.
In prossimità dell’Obi tre tir aspettavano che venisse liberato dalla neve il piazzale di via Marconi per poter scaricare le merci. Le pale meccaniche munite di lama hanno infatti cominciato a sgomberare la neve solo in prossimità degli orari di apertura.
Un autotreno invece, facendo manovra verso il cavalcavia di Martini di Nassiriya, è stato costretto a chiamare i vigili del fuoco per farsi trainare. Il traffico nella zona nord della città è stato bloccato per parecchi minuti.
Gli spazzaneve, per liberare le strade, hanno sepolto nella neve le auto parcheggiate. Disagi di questo tipo si sono avuti in via Degasperi, viale Verona e via Verdi. I cittadini hanno fatto fatica a liberare le auto e in alcuni casi sono stati aiutati dai passanti e dalla polizia stradale.
I bar di piazza Duomo non hanno aperto nemmeno per l’asporto. Sono stati impegnati a liberare i plateatici sommersi nella neve. I negozi del centro sono invece rimasti aperti ma la gente all’interno era veramente poca. Ieri sono scesi in campo anche gli scout e i pompieri per spalare. Ma alcune domande vanno poste alla giunta: come mai sono stati allertati solo 40 spalatori? Dov’erano i 136 mezzi spartineve che dovevano liberare le strade?
Si registrano anche oltre una trentina di entrate al pronto soccorso del santa Chiara per cadute sul ghiaccio nel capoluogo. Le polemiche politiche contro la giunta – ritenuta incompetente e poco organizzata pur sapendo bene l’entità della nevicata in arrivo – continuano e si aggiungono alle proteste dei cittadini.
Anche la consigliera Silvia Zanetti di «Si può Fare!» è intervenuta su quanto successo ricordando che già dalle prime ore di lunedì sono cominciate le prime avvisaglie di «quegli enormi disagi che i cittadini di Trento iniziano a non tollerare oltre».
Zanetti smentisce anche il sindaco Ianeselli: «Sembra incredibile che a Trento, città alpina per eccellenza, il Comune si sia trovato di fatto impreparato a gestire questo tipo di emergenza naturale, peraltro prevista con largo anticipo. Ci chiediamo allora: quanti mezzi ha impiegato il Comune, quanti addetti e se, come pare sono stati insufficienti, perché non raddoppiarli?»
E ancora si chiede: «Perché i marciapiedi non sono stati liberati e le persone sono costrette a camminare sulla carreggiata? In altre zone la neve è stata battuta anziché rimossa, con il pericolo di formazione di lastre di ghiaccio. In altri sobborghi ci sono cumuli di neve nel bel mezzo dei marciapiedi. I cittadini sono increduli, le segnalazioni non cessano: fermate degli autobus piene di neve, marciapiedi non sgomberati, passaggi di spazzaneve sulla carreggiata che lasciano dietro di loro esattamente lo stesso strato di neve preesistente. Neppure il rifiuto organico viene regolarmente ritirato dai condomini per l’impossibilità dell’accesso dei mezzi. La domanda che sorge spontanea è evidente: è stato o no predisposto un piano per questa annunciata emergenza? Se anche ci fosse un piano dettagliato, forse qualcosa non ha funzionato? Dopotutto, a prescindere dai dati che ci verranno forniti, la realtà nei vari quartieri di Trento, soprattutto periferici, è stata ed è ben diversa.»
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