Io la penso così…
Natale: pensiamo ai bambini tolti ai genitori

Spett.Le Direttore,
Stiamo avviandoci a passo incerto ma veloce verso la chiusura di un anno sicuramente nefasto dominato da incertezze e molti chiari scuri per la situazione di compressione generale che questa ondata della pandemia mondiale sta comportando nel suo invisibile ma impattante dominio.
Nella vigilia del Santo Natale desidererei però a portare un pensiero particolare a tutti quei bambini che, per effetto di un sistema di giustizia minorile che in molti ormai asseriscono vada riformato, sono collocati fuori dalla loro famiglia.
La pandemia ha ingessato ancora di più la già pletorica macchina amministrativa dilatando i tempi e prolungando i contenziosi. Di conseguenza le relazioni e le normali azioni di carattere affettivo, in nome del distanziamento sociale, stanno avendo pesanti contraccolpi di carattere sociale e di cura affettiva.
Dobbiamo così pensare che molti bambini/e non potranno trascorrere il S. Natale e le Festività Natalizie con i loro genitori, i loro nonni o i loro zii solo perché lo Stato attraverso i suoi apparati amministrativi e giudiziari dispone oggi in nome della tutela minori in maniera inversamente proporzionale andando spesso a ledere quello che è il diritto inviolabile della patria potestà che invece spetta, fino a prova contraria, ai genitori ed ai parenti stretti fino al 4 grado.
Bambini che vivono un Natale al «41 bis!» Bambini che come Gesù vengono così “crocifissi” nella giungla della fitta rete di operatori/esperti/professionisti/tutori/giudici che lavorano in nome e per conto della tutela minorile! Bambini tolti per incapacità del sistema di tutela minorile di porre in campo indagini che siano tali nel vero senso della parola e non in nome spesso di logiche corporative consolidate nel sistema.
Spesso sulla scorta di un abuso di potere perpetrato facendo un ricorso spropositato all’art. 403 del codice penale che conferisce incarico agli assistenti sociali e figure che lavorano nel ramo della tutela minorile di togliere i figli di imperio , di sradicarli dai loro affetti, dalle loro amicizie, dalle loro radici e di trasferirli spesso a tempo illimitato e molto frequentemente fino a che diventano maggiorenni in luoghi terzi, in strutture dedicate all’accoglienza di minori (i vecchi orfanatrofi), dove calore e affetto sono rari, come rara diventa in quei luoghi la possibilità di avere riferimenti validi e di reale supporto al benessere psico-fisico di cui ogni persona abbisogna per arrivare in età adulta adeguatamente formato.
Noi attivisti nel ramo che da anni registriamo storie strazianti e stiamo lavorando alacremente per riportare giustizia in questo martoriato settore e limitarne le devianze stiamo ottenendo piccole ma importanti singole vittorie ma le resistenze e l’autoreferenzialita’ del sistema spesso è disarmante specie qui da noi in Trentino!
Il Natale per antonomasia è la Festa che consacra la nascita di Gesù, figlio di Dio, che scende tra di noi e si fa carne in mezzo a noi per la nostra salvezza eterna! Allora rispondendo al valore cristiano della Festività del Natale credo che nessuno possa esimersi dal pensare anche ai tanti genitori e ai tanti bambini che non potranno stare insieme.
Pensare ai, nonni, agli zii ai parenti e amici che vivono queste drammatiche situazioni e mandare loro un abbraccio virtuale di vicinanza e di solidarietà.
Concludo con una speranza: auspico che tutto questo non debba essere più un “desiderata” ma debba essere a breve termine l’intento di una comunità che voglia definirsi civile e che anteponga i valori umani ad ogni altra logica. Buon Natale a tutta l’umanità!
Gabriella Maffioletti – Delegata nazionale di Adiantum
Potete inviare le email al direttore da inserire nella rubrica «io la penso così» scrivendo a: redazione@lavocedeltrentino.it
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