Trento
Bilancio provinciale, Claudio Cia: “Misure importanti per ridurre il contraccolpo e favorire la ripresa dalla pandemia mondiale”

Nel corso della discussione generale della manovra di bilancio della PAT avvenuta in Consiglio provinciale nella giornata di ieri Claudio Cia è intervenuto per sottolineare come – nonostante per il 2021 le risorse complessive disponibili ammontino a 4 miliardi e 408,8 milioni di euro (500 milioni in meno rispetto al 2020) e con una grande incognita su quelle che saranno disponibili per il 2022 – «la nostra maggioranza abbia saputo mettere in campo le misure necessarie per ridurre il contraccolpo e favorire la ripresa in seguito ad una pandemia mondiale che non ha risparmiato il nostro territorio, né dal punto di vista sanitario e sociale (con l’isolamento fisico e psichico che ha avuto un forte impatto – elevando il peso della solitudine – sui nostri giovani, ma soprattutto sugli anziani) nonché in termini economici.»
Cia ha sottolineato anche che in virtù di questo contesto in continua evoluzione «non sia possibile paragonare in senso stretto questo bilancio a quello degli anni precedenti.»
Negli scorsi mesi la Provincia – per garantire liquidità alle imprese – ha stilato un Protocollo con le banche che operano sul territorio e con i Confidi locali, interessando ad oggi oltre 5.000 operatori economici del territorio con un valore delle operazioni di circa 412 milioni.
Su quanto fatto dalla giunta Il consigliere di Agire per il Trentino ha voluto ricordare le leggi “Riparti Trentino” e l’assestamento di bilancio, oltre alle misure urgenti per sostenere famiglie, lavoratori e settori economici.
«Credo sia disonesto non riconoscere lo sforzo dell’esecutivo per costruire una prospettiva di medio periodo, mobilitando risorse aggiuntive esterne, oltre all’avanzo di amministrazione.» – ha ribadito Cia
Concentrandosi poi sul comparto sanitario Claudio Cia ha voluto sottolineare come a livello nazionale – dal Governo Monti e finanche al Governo Conte – i 37 miliardi di euro totali di finanziamenti promessi e mai elargiti, che erano necessari per la tenuta del sistema sanitario nazionale, ma che sono stati cancellati.
«Tagli, questi, contrari al buon senso e al fabbisogno reale – ha insistito Cia – che hanno condotta alla riduzione costante degli istituti di cura pubblici e privati accreditati, alla diminuzione dei posti letto di terapia intensiva, al crollo – negli ultimi decenni – dei posti letto per malati acuti nonché al calo del numero degli addetti sanitari tra medici e infermieri, soprattutto nel pubblico. I tagli alla sanità ci hanno fatti arrivare impreparati al Covid-19, ma ci avrebbero fatti arrivare impreparati a qualunque emergenza sanitaria perché il sistema sanitario che abbiamo ereditato da queste sforbiciate, arranca nel gestire l’ordinario, figuriamoci lo straordinario. Va poi considerato il contesto sociale in cui viviamo oggi, frutto di un pensiero ideologico che negli anni ha demolito il ruolo della famiglia, percepita come un valore superato, resa così incapace di assumersi compiti di sostegno ai bisogni assistenziali dei propri cari».
E ancora: «Abbiamo reso le persone più sole, senza una rete famigliare, con relazioni mordi e fuggi, e per questo gravano, e graveranno sempre più, sull’ente pubblico per avere risposte ai loro bisogni assistenziali, ma anche umani. E questo a fronte di minori risorse per il welfare sociale. Per quanto riguarda più strettamente il comparto sanitario trentino ho ricordato il cambio di paradigma di questa maggioranza, con le misure adottate nel 2020 a favore del personale sanitario (la sottoscrizione definitiva in agosto dell’Accordo di stralcio per il personale del Comparto sanità, il riconoscimento di un trattamento economico temporaneo per un totale di circa 10 milioni al personale dell’APSS convolto nell’emergenza Covid-19 e la messa a disposizione delle risorse per la copertura degli oneri di vacanza contrattuale per gli anni 2019-2020), oltre allo stanziamento di 100 milioni di euro, che si dimostra in contro-tendenza rispetto alle politiche adottate del centro-sinistra negli scorsi anni (se si considerano i 100 milioni di euro tagliati da Rossi tra il 2013 e il 2015, l’eliminazione di 342 posti letto ospedalieri, la chiusura o il declassamento delle unità operative degli ospedali periferici, la riduzione delle guardie mediche, l’aumento dei tempi delle liste d’attesa ecc.).»
«Insomma un impegno, quello della Giunta Fugatti, – ha concluso il consigliere – che si è concentrato sulle questioni che al giorno d’oggi risultano essere essenziali per poter permettere una ripartenza della nostra terra nel tempo più breve possibile.»
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