Piana Rotaliana
Rissa istituto Agrario san Michele: dopo 5 anni a processo l’aggressore

Il giovane aggredito ha ora 21 anni, ma al tempo dell’accaduto aveva solo 16 anni. L’aggressione è avvenuta 5 anni fa: era il 18 aprile del 2015.
A San Michele i ragazzi dell’Istituto Agrario organizzano ogni anno una festa, e il sedicenne aveva deciso di andarci insieme alla sorella.
La festa, che aveva fatto registrare il pienone con oltre 500 presenze, è stata funestata però da atti di violenza inaudita dove si era anche ipotizzato il tentato omicidio.
Tutto è successo alle 2.35 del mattino quando la ragazza di 22 anni stava dirigendosi verso il bagno. Prima di entrare è stata colpita da una spallata e scaraventata per terra da un ragazzo di 25 anni probabilmente ubriaco e senza nessuna ragione se non quella di mettersi in mostra. Alla scena stava assistendo il fratello di 16 anni che senza pensarci due volte è intervenuto per difendere la sorella.
Dopo alcune spinte e parolaccie la cosa sembrava finire li. Ma purtroppo il 25 enne insieme ad un amico alcuni minuti dopo ha voluto vendicare l’affronto ricevuto dal minorenne. I due hanno dapprima atteso e poi aggredito il 16 enne massacrandolo di botte, e mentre uno lo teneva l’altro con una bottiglia rotta ha cominciato a colpirlo in tutto il corpo.
Uno dei fendenti aveva provocato al 16 enne una profonda ferita allo zigomo, al collo e al torace. L’aggressore è stato poi prontamente fermato dagli altri presenti per evitare che la situazione degenerasse ancora di più. Alcuni fendenti hanno colpito il 16 enne a pochi millimetri dalla giugulare rischiando di farlo morire dissanguato.
Il sedicenne era stato poi trasportato di corsa all’ospedale e i sanitari avevano ricucito le ferite utilizzando un centinaio di punti di sutura.
Si era poi aperto il processo a carico dell’aggressore, al quale era seguita una richiesta di archiviazione da parte della Procura.
La vittima aveva però presentato opposizione, che era stata accolta dal giudice e si è quindi arrivati al decreto di citazione a giudizio. Il capo d’imputazione è “sfregio permanente al viso”.
E’ stata affidata una perizia sul tipo di lesioni accorse alla vittima e ci sarà poi la testimonianza dei due protagonisti che dovranno ricostruire quanto successo cinque anni fa.
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