Trento
Gestione sostenibile degli effluenti zootecnici, firmato l’accordo di programma

Unisce Provincia, Fondazione Mach, Produttori Ortofrutticoli, Consorzio Tutela Vini e Federazione Allevatori.
Oggi l’esecutivo, con una delibera congiunta a firma del vicepresidente e assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione Mario Tonina e dell’assessore all’agricoltura, foreste, caccia e pesca Giulia Zanotelli ha approvato un accordo di programma per la gestione sostenibile delle deiezioni zootecniche.
L’intesa unisce Provincia autonoma di Trento, Fondazione E. Mach, Associazione Consorziale Produttori Ortofrutticoli Trentini, Consorzio di Tutela Vini del Trentino e Federazione Provinciale Allevatori e impegna le parti a individuare azioni per una gestione meno impattante degli effluenti, allo scopo di migliorare la qualità delle acque fluviali.
L’accordo di programma è il frutto di un confronto tra le parti che ha cercato di tenere conto delle diverse esigenze in gioco. Da un lato, quelle degli allevatori trentini, che, nel corso degli ultimi anni, a causa dell’aumento dei capi allevati, si sono ritrovati con la disponibilità di grandi quantità di deiezioni in aree limitate, la cui gestione diventa problematica per le caratteristiche orografiche e climatiche del territorio.
Dall’altro, le esigenze dei frutti-viticoltori, che necessitano di ammendanti di qualità ricchi di sostanza organica umificata e nutrienti, in quantità elevate e a costi accessibili. Infine, le esigenze di tutela ambientale, e in particolare della qualità dei corsi d’acqua, nei quali l’apporto di nutrienti contenuti negli effluenti zootecnici può causare fenomeni di eutrofizzazione e quindi impedire il raggiungimento di uno stato ecologico buono.
Una riconversione non solo necessaria, ma utile – “Il mondo zootecnico – ha dichiarato l’assessore all’agricoltura Giulia Zanotelli – rappresenta uno dei punti di forza della nostra economia la cui valorizzazione e salvaguardia è all’attenzione della Giunta provinciale anche attraverso l’istituzione del Tavolo zootecnico. Laddove necessario, bisognerà però migliorare alcuni aspetti gestionali delle nostre aziende”.
“Il perseguimento di una gestione sostenibile delle deiezioni zootecniche – le ha fatto eco il vicepresidente Mario Tonina – favorirà l’ambiente e al tempo stesso permetterà di trasformare un problema in risorsa, massimizzando l’efficienza delle produzioni frutticole e viticole”.
Le azioni – Per quanto riguarda le deiezioni solide, una delle azioni più efficaci che verrà presa in esame nell’ambito dell’accordo di programma è la maturazione accelerata del letame, da attuare con la tecnica dei cumuli rivoltati in campo o in appositi depositi. Il vantaggio del letame maturo è che il suo utilizzo agronomico limita i rischi di lisciviazione, vista la presenza di azoto in forma quasi totalmente organica.
Si può agevolare in tal modo sia il comparto zootecnico, con una gestione più sostenibile degli effluenti, sia il comparto agricolo in generale, permettendo la riduzione dell’uso dei fertilizzanti chimici. Inoltre sarebbero ottimizzati i flussi dei nutrienti, favorendo il ricircolo virtuoso di materia e riducendone l’apporto verso i corpi idrici, in modo da limitare la pressione ambientale nelle aree che hanno un’attività zootecnica consistente.
Per quanto attiene le deiezioni liquide, sono molteplici le soluzioni adottabili per ridurne i rischi di inquinamento da nitrati e dovrà essere valutato quali di queste possano essere applicate alla realtà trentina.
Le azioni individuate in seno all’accordo di programma saranno proposte alle aziende zootecniche allo scopo di attivare una filiera di cessione di ammendanti provenienti da effluenti zootecnici da allevatori a frutti-viticoltori. Sarà inoltre necessario individuare eventuali iniziative di finanziamento per contribuire ad esempio ai costi delle macchine rivoltatrici dei cumuli di letame, attingendo a eventuali bandi sulle misure del Piano di Sviluppo Rurale o ad altri canali di finanziamento.
Le aree pilota – L’accordo di programma considera prioritariamente due aree pilota, l’Alta Val di Non e la Valsugana, scelte sia per la presenza di corpi idrici su cui la zootecnia esercita pressioni consistenti sia per la presenza significativa negli stessi bacini o in bacini limitrofi di aree coltivate a frutteti su cui effettuare l’utilizzazione agronomica degli effluenti in surplus.
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