Italia ed estero
Nuovo Dpcm misure Natale, vietati gli spostamenti fra le regioni. Chiuse fino al 7 di gennaio le piste di sci

Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge (che è già pubblicato sulla gazzetta ufficiale) che ha fatto da cornice al nuovo Dpcm che il premier Giuseppe Conte ha presentato in conferenza stampa stasera alle 20.15.
Il nuovo Dpcm, firmato dopo numerosi confronti avuti oggi con i presidenti delle regioni, è stato maturato in disaccordo sulle restrizioni con molte regioni che sono pronte a dare battaglia. Le misure del provvedimento sono tese ad evitare il ritorno di una possibile terza ondata in un momento dove il vaccino sempre molto vicino. In Gran Bretagna si comincerà a distribuirlo dalla prossima settimana, in Russia ieri è cominciata la vaccinazione a tappeto.
Lo stesso Maurizio Fugatti nella conferenza stampa sui dati Covid, pur non facendo polemiche, si è mostrato piuttosto nervoso quando alcuni giornalisti gli hanno posto delle domande sul confronto con il governo. «Non faccio polemiche – ha detto a denti stretti Fugatti – anche ne avrei da dire molte a riguardo»
Le Regioni hanno anche sollevato altri due punti. Il primo è naturalmente quello dello sci. L’apertura degli impianti è prevista per il 7 gennaio, previa l’approvazione da parte del Governo delle nuove linee guida predisposte dalle Regioni. “Abbiamo chiesto – ha detto Fugatti – rassicurazioni sull’approvazione da parte del Comitato Tecnico Scientifico di queste linee guida, che abbiamo trasmesso al Governo già alcune settimane fa. Il premier Conte ha detto che ciò avverrà a breve”.
E’ stato poi posto il tema dei paesi confinanti con l’Italia che potrebbero aprire gli impianti sciistici. Il ministro Boccia ha garantito che in Francia, Spagna e Germania non apriranno, in Svizzera il dibattito è ancora in corso, mentre in Austria si ragiona su alberghi chiusi e impianti aperti (quindi soprattutto ai residenti).
Ma passiamo alle misure del nuovo Dpcm che saranno in vigore dal 4 di dicembre fino al 6 di gennaio 2021
Natale e Capodanno dovremo passarli dentro i confini comunali, infatti nei giorni 25 e 26 dicembre e il primo di gennaio sarà vietato spostarsi dal proprio comune.
Dal 21 dicembre al 6 gennaio ci sarà il blocco degli spostamenti tra tutte le regioni e le province (quindi non è possibile spostarsi a Bolzano) e il divieto di raggiungere le seconde case. Gli spostamenti saranno possibili solo per lavoro, salute e “situazioni di necessità”, oltre che per tornare nella propria residenza, domicilio o abitazione.
Rimane il coprifuoco dalle 22.00 alle 5.00 del mattino, esteso nella notte dell’ultimo dell’anno fino alle 7 del mattino. Tutti coloro che arrivano in Italia dai paesi extra Schengen dovranno rimanere in quarantena per 14 giorni presso l’abitazione o la dimora indicata.
I ristoranti saranno aperti per pranzo il giorno di Natale, santo Stefano e il primo dell’anno. Ma solo per 6 persone ogni tavolo, che dovranno essere obbligatoriamente parenti di primo grado. In casa i commensali attorno al tavolo dovranno essere massimo 10, (ma questa è una raccomandazione). A questo proposito il premier ha raccomandato di non invitare in casa degli sconosciuti. Mentre negli alberghi il cenone di capodanno dovrà essere consumato solo in camera.
In Trentino, se rimane in zona gialla, ricordiamo che i ristoranti potranno rimanere aperti fino alle 18.00 tutti i giorni. Il Dpcm prevede la chiusura dei negozi (ad eccetto di farmacie e supemercati) e dei centri commerciali. È qui c’è lo scontro con il presidente del Trentino Fugatti che invece ha spiegato che rimarranno aperti da sabato prossimo anche la domenica.
Confermato lo stop alle lezioni in presenza alle superiori fino al 7 gennaio. Le piste di sci rimarranno chiuse fino al 6 gennaio e saranno vietate le crociere fino a dopo la Befana.
A partire da quella data, la bozza del dpcm (in vigore fino al 15 gennaio) prevede che ritornerà in classe il 50% degli studenti delle superiori. “Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado – si legge – adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica in modo che il 100 per cento delle attività sia svolta tramite il ricorso alla didattica digitale integrata e che, a decorrere dal 7 gennaio 2021, al 50 per cento della popolazione studentesca sia garantita l’attività didattica in presenza”.
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