Italia ed estero
12 novembre 2003: 17 anni fa la strage di Nassiriya con 19 vittime italiane

Il 12 novembre 2003 alle 10.40 ora locale, le 8.40 in Italia, un’autocisterna, carica di 300 kg di tritolo e di liquido infiammabile, forzò l’entrata della base Maestrale, presidiata dai carabinieri italiani, nella città di Nassiriya, in Iraq: i due uomini a bordo fecero esplodere una bomba.
La deflagrazione, con un effetto domino, fece saltare in aria il deposito munizioni.
E spezzò 28 vite, quelle di 9 iracheni e di 19 italiani: 12 carabinieri, 5 militari dell’esercito e due civili, un cooperatore internazionale e un regista, Stefano Rolla, impegnato con la sua troupe nelle riprese di uno sceneggiato sulla ricostruzione del paese. 58 furono i feriti.
Fu il più grave attacco subito dall’esercito italiano dalla fine della Seconda guerra mondiale e una delle stragi più tristemente memorabili della storia contemporanea italiana e non solo. In molti si sono chiesti allora e in questi anni se si poteva fare qualcosa per evitarlo.
Prima di rispondere a questa domanda c’è un particolare importante da tenere in considerazione: i vertici della base “Maestrale” hanno sempre sostenuto fermamente che non c’erano motivi di preoccupazione, perché la popolazione locale non era assolutamente ostile nei confronti dei militari italiani, considerati un aiuto indispensabile per rialzare le sorti del Paese, e inoltre gli estremisti locali erano attentamente controllati.
A confermare quest’ultima ipotesi, il fatto che tutte le piste aperte per capire chi abbia organizzato l’attacco facciano riferimento a personaggi esterni all’area in questione; tra queste, la più accreditata, è quella che coinvolge una cellula terroristica libanese affiliata ad Al Qaida
I funerali di Stato degli italiani morti durante l’attentato si tennero a Roma il 18 novembre.
Attorno alle salme di questi eroi, diventati tali loro malgrado, oltre alle famiglie e alle più alte cariche dello Stato, si riunì anche una enorme folla di cittadini, commossi e sconvolti da quanto accaduto.
Una tragedia, dunque, che ha colpito decine di famiglie, e che ha lasciato figli senza padri e madri senza figli, nella folle logica della guerra, insita nella natura stessa dell’umanità.
Ricordare i nomi dei nostri connazionali che hanno perso la vita nell’infame attentato di Nassiriya, vuole essere solo un piccolo gesto per onorarne la memoria anche in questi giorni così difficili a causa dell’inasprirsi della pandemia.
Ma non dobbiamo mai dimenticare tutti coloro che sono impegnati in missioni di pace o a carattere umanitario indossando una divisa o in qualità di semplici volontari e con mansioni differenziate nel mondo: infermieri, dottori, ingegneri, addetti alla sicurezza, insegnanti, ecc.
Il CNDDU a questo proposito propone al Ministero dell’Istruzione di istituire un minuto di raccoglimento nelle scuole italiane in presenza e in DaD per omaggiare le vittime di Nassiriya e ricordarne l’esempio. L’hashtag è #NassiriyanelCuore.
Indipendentemente dal trascorrere del tempo è doveroso custodire la memoria di quanto è accaduto e rinnovare la nostra vicinanza a tutti i congiunti delle vittime.
“L’esempio dei nostri caduti rappresenta un vincolo morale per la continuità del contributo del nostro Paese nei diversi ambiti: le donne e gli uomini presenti nelle diverse aree di conflitto sanno di poter contare sul concorde sostegno del popolo italiano. I conflitti e le tensioni, spesso provocati e sostenuti da forme di terrorismo transnazionale rivolte a sovvertire i principi di convivenza, rispetto dei diritti umani, libertà, vedono impegnata l’intera comunità internazionale per affrontare sfide insidiose contro l’umanità. Lo slancio e l’altruismo di quanti hanno donato la propria vita per il bene comune è fonte di riflessione per tutti i cittadini, che nel loro agire quotidiano sono chiamati ad un contributo egualmente prezioso per la civile convivenza e il progresso della comunità nazionale e internazionale.” (Sergio Mattarella, Messaggio sulla Strage di Nassiriya, 2019
Ecco l’elenco delle vittime
I civili:
Marco Beci, cooperatore internazionale
Stefano Rolla, regista
I carabinieri:
Massimiliano Bruno, maresciallo aiutante, Medaglia d’Oro di Benemerito della cultura e dell’arte
Giovanni Cavallaro, sottotenente
Giuseppe Coletta, brigadiere
Andrea Filippa, appuntato
Enzo Fregosi, maresciallo luogotenente
Daniele Ghione, maresciallo capo
Horacio Majorana, appuntato
Ivan Ghitti, brigadiere
Domenico Intravaia, vice brigadiere
Filippo Merlino, sottotenente
Alfio Ragazzi, maresciallo aiutante, Medaglia d’Oro di Benemerito della cultura e dell’arte
Alfonso Trincone, Maresciallo aiutante
I militari dell’esercito:
Massimo Ficuciello, capitano
Silvio Olla, maresciallo capo
Alessandro Carrisi, primo caporal maggiore
Emanuele Ferraro, caporal maggiore capo scelto
Pietro Petrucci, caporal maggiore
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