Trento
Droga e lusso sfrenato, 2 anni e 4 mesi al nuovo «Al Capone» trentino. Il 27enne tunisino li sconterà ai domiciliari

È stato condannato a 2 anni e 4 mesi per spaccio di sostanze stupefacenti un tunisino di 27 anni arrestato nel novembre del 2019 dopo una rocambolesca fuga a Roncafort.
Il giudice Claudia Miori ha deciso per le attenuanti generiche e grazie all’abbreviazione dei rito la condanna (sentenza del 20 luglio 2020) è stata più leggera del previsto.
Miori ha inoltre deciso per la restituzione al condannato di due lingotti e del denaro contante che l’accusato aveva indicato in sede di dibattimento ‘non come proventi derivanti dallo spaccio ma di proprietà del padre’.
È stato invece confiscato lo stupefacente ritrovato nella sua lussuosa villa. Il 27 enne dopo l’arresto è sempre rimasto ai domiciliari, e continuerà a rimanerci fino alla fine delle pena.
Il caso aveva sollevato un polverone nel capoluogo e aveva indignato numerosi cittadini anche perché la storia del giovane aveva già in passato riempito decine di pagine di cronaca.
La Guardia di Finanza lo aveva infatti precedentemente bloccato con 700 grammi di hashish in auto vicino al parco di Roncafort: i militari avevano intimato l’alt alla Mercedes alla quale era alla guida.
L’uomo, improvvisamente, aveva innestato però la retromarcia cercando di sottrarsi al controllo, speronando l’auto civetta delle Fiamme Gialle che gli sbarrava la strada: a quel punto aveva tentato la fuga a piedi ma era stato prontamente bloccato, nonostante gli ulteriori tentativi di divincolarsi e colpire i finanzieri.
La successiva perquisizione presso una lussuosa villa su tre piani della Vigolana aveva fatto emergere uno stile di vita a dir poco incredibile a dispetto dell’assenza di un’attività lavorativa.
Fin dai primi tempi dell’indagine, infatti, il nordafricano risultava essere abituale frequentatore dei ristoranti più lussuosi della città, con un debole per le auto di grossa cilindrata e gli abiti delle migliori griffe. In casa sua erano presenti anche una sala cinema e una palestra con idromassaggio.
In soggiorno un poster di Al Pacino nel film di Coppola e in cucina, come menzionato, i due lingotti d’oro del valore di circa 10mila euro.
Nella villa la Guardia di Finanza trovò all’epoca anche degli stupefacenti confezionati in oltre 700 dosi per un valore di oltre 20 mila euro, oltre che 15 mila euro in contanti, svariati apparati cellulari ed altri elementi a rafforzare l’ipotesi che il tunisino svolgesse una consolidata attività di spaccio.
All’interno di un cassetto erano inoltre raccolti tutti gli articoli di giornale che narravano gli episodi di cronaca che lo avevano visto protagonista: dai primi danneggiamenti nei confronti di autovetture, per i quali era stato accusato all’età di 19 anni, fino all’efferata aggressione nei confronti di un finanziere, percosso all’esterno di un noto locale per aver difeso la propria compagna dalle pesanti attenzioni di due soggetti, tra i quali l’arrestato.
A seguito del pestaggio, il finanziere era stato portato al pronto soccorso del Santa Chiara in condizioni gravissime, rimanendo in coma per parecchi giorni per poi, fortunatamente, ritornare alla vita normale, sebbene con una invalidità del 15 per cento, dopo molti giorni di prognosi riservata e di lotta fra la vita e la morte.
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