Val di Non – Sole – Paganella
Mense scolastiche in Val di Non, la polemica non si placa. I genitori degli alunni dell’I.C. Taio rispondono a tono alla sindacalista Dellai

Tutto come prima nelle mense scolastiche della Val di Non. Questo, per lo meno, è quanto emerge dal racconto di un gruppo di genitori di bambini e ragazzi che frequentano la scuola primaria e quella secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo di Taio.
La polemica, dunque, prosegue a colpi di articoli di giornale, sopralluoghi, interrogazioni, interventi dei sindacati. Proprio le parole della sindacalista della Filcams CGIL Francesca Dellai hanno colpito particolarmente i genitori degli alunni dell’Istituto Comprensivo di Taio, che hanno voluto rispondere con una lettera giunta alla nostra redazione.
«Ci vediamo costretti a intervenire nuovamente non solo per evidenziare che a tutt’oggi non abbiamo notato miglioramenti significativi nel servizio mensa, ma anche perché siamo stati chiamati in causa dalle dichiarazioni di Francesca Dellai, sindacalista della Filcams CGIL, contenute in un articolo apparso sui quotidiani locali – scrivono i genitori –. La signora Dellai ha pensato bene di attaccare frontalmente, in maniera del tutto ingiustificata e inappropriata, quei genitori che hanno “osato” esprimere la propria protesta nei confronti di un servizio mensa scolastica giudicato di cattiva, per non dire pessima, qualità».
Le parole di Dellai, che a quanto pare si proponeva di difendere i diritti dei dipendenti della ditta appaltatrice del servizio, hanno provocato indignazione nei genitori che si sono sentiti “cornuti e mazziati”. «Nessuno di noi ha mai attaccato il personale della ditta, com’è ovvio – ci tengono a sottolineare i genitori –. Nella pubblica amministrazione sono le ditte che hanno in appalto i servizi che devono rispondere dei medesimi servizi, non certo i loro dipendenti. Nell’unico passaggio dei nostri articoli in cui si faceva cenno ai dipendenti della ditta, si chiedeva eventualmente di potenziare il personale, se questo poteva aiutare a migliorare il servizio, non altro».
I genitori precisano infatti che, nell’esclusivo interesse dei loro bambini, loro hanno semplicemente denunciato la scarsa qualità del servizio, ovvero del prodotto finale, prescindendo totalmente dall’indicare dove stia la falla nel sistema, che spetterebbe eventualmente ad altri individuare e correggere.
«La signora Dellai, anziché individuare il giusto bersaglio delle sue proteste in merito al trattamento contrattuale dei dipendenti della ditta bolzanina, che immaginiamo essere legittime, non ha trovato di meglio da fare che colpevolizzare i genitori della Val di Non, che evidentemente, essendo dei noti buontemponi e non, a loro volta, dei lavoratori come tutti gli altri, si divertono a lamentarsi, inventando futili motivi, con l’intento di peggiorare le condizioni lavorative del personale della ditta titolare del servizio mensa – aggiungono –.Troviamo francamente inaccettabile che proprio una sindacalista della CGIL, sindacato che dovrebbe tutelare i deboli e tutti coloro che hanno difficoltà a difendersi da soli,compresi bambini e famiglie, si scagli astiosamente contro dei genitori che evidenziano un disservizio di cui sono vittime, accusandoli addirittura di non conoscere i protocolli nazionali e di non documentarsi a dovere. A questo proposito, vorremmo dire alla signora Dellai che il nostro modo di documentarci è ascoltare il disagio dei nostri figli».
Il gruppo di genitori si dice poi curioso di sapere cosa ne pensa la dirigenza della CGIL provinciale, e in particolare il segretario Grosselli, della posizione espressa dalla sindacalista. «La condividono? Attendiamo risposta – scrivono i genitori –. Ci è parso di scoprire, in questa occasione, una CGIL stranamente indulgente verso la ditta, che è l’unica a dover rispondere, caso mai, di faccende contrattuali, e ancor più stranamente schierata contro le famiglie e i loro bambini e ragazzi. Pensiamo che in questa guerra fra “poveri”, cioè fra chi lamenta un cattivo servizio reso ai propri figli (peraltro pagato e non gratuito) e chi lamenta sfavorevoli condizioni lavorative, si sarà fatta una bella risata la ditta appaltatrice».
«In questi tempi già di per sé così sfortunati, mai ci saremmo immaginati di diventare il bersaglio degli attacchi di una sindacalista, a tutto vantaggio di chi dalla confusione e dal conflitto fra i due presunti “litiganti” (da una parte il personale dipendente e dall’altra i genitori dei bambini che usufruiscono della mensa) non può che trarre profitto, potendo sostenere, addirittura con il supporto del sindacato, che il problema non è il cibo freddo e di cattiva qualità, ma il genitore che denuncia il problema, perché, secondo la signora Dellai, non conosce i “protocolli”».
La lettera si conclude con un ultimo riferimento alle parole di Dellai. «Il suo intervento scomposto e immotivato non solo non ci ha affatto convinti a starcene zitti, come forse a lei piacerebbe, ma ci induce piuttosto a gridare ancora più forte la nostra protesta, con l’esclusivo obiettivo del bene dei nostri figli».
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