economia e finanza
A22: ipotesi società in house e concessione trentennale

Senza la proroga della concessione, stop agli investimenti per la Modena Brennero. Una partita aperta che registra il parere negativo della Commissione Europea alla proroga decennale per l’attuale società di gestione.
A nulla è servita la motivazione dell’emergenza sanitaria, dal momento che secondo la commissione, già troppe mini proroghe sono state concesse partendo dall’originaria scadenza del 2014.
L’unica via percorribile sarebbe quella di costituire entro il 29 dicembre una società in house, cioè a totale capitale pubblico alla quale potrebbe essere affidata una concessione trentennale.
Per costituirla è necessario liquidare prima di tutto gli attuali soci privati (Serenissima Partecipazioni spa; Società Italiana Condotte d’Acqua; Banca Popolare società cooperativa e infrastrutture Cis oltre all’1% delle azioni proprie di Autostrada del Brennero) che detengono il 16% del capitale sociale.
Una liquidazione che dovrebbe disporre di molta disponibilità finanziaria per transare a cifre al di sopra di ogni possibile contestazione. Nel frattempo senza una concessione medio lunga nessuno ha interesse ad investire al di la dell’ordinaria manutenzione, anche se alcuni interventi sono già stati finanziati.
Teoricamente sarebbe già pronto un piano d’intervento che prevederebbe la gestione di Autobrennero ai territori, indipendente dal tavolo tecnico che dovrà stabilire le modalità di liquidazione dei soci privati: per la Corte dei Conti sarebbe un’operazione da 110 milioni di euro.
L’obiettivo sarebbe quello di preservare l’attività della nuova società, dal blocco derivante dalla contestazione dei soci privati. Ma non è tutto così semplice. C’è anche chi considera la società in house una sorta di cavallo di troia per arrivare alla statalizzazione dell’Autostrada del Brennero ed è anche per questo che l’iter burocratico va a rilento.
Lo schema del governo per la governance sarebbe quello di 3 rappresentanti del Ministero che non detiene nessuna quota azionaria e altrettanti rappresentanti dei soci. Sarebbe tra i membri statali la scelta del futuro presidente che avrebbero anche la facoltà del doppio voto in caso di rischi di spaccatura.
In altre parole sarebbe già una forma embrionale di statalizzazione di un’Autobrennero che per la sua realizzazione non ha avuto nessun intervento economico dello Stato, ma fu tutto a carico degli enti locali.
Al momento ci sono due alternative. La prima è che sulla base di quanto già successo in Francia si possa arrivare ad un rinnovo quadriennale che dovrebbe essere concesso dal Commissario Europeo Gentiloni. La seconda è invece da tutti respinta e sarebbe quella di indire una gara europea per individuare il nuovo concessionario.
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