Psicologia & Crescita personale
L’anima gemella non esiste o siamo noi che cerchiamo un equilibrio ormai obsoleto?

Dal primo articolo dedicato all’amore dal titolo “L’amore estivo finisce davvero con la fine delle vacanze?”, ora, andiamo ad analizzare l’unione tra due persone che si protrae nel tempo, sia dal punto di vista sociale che psicologico. Nel prossimo articolo, invece, vedremo come si arriva a vivere un amore profondo che ci porta, non solo ad una crescita di coppia, ma anche e soprattutto individuale.
Dalle statistiche più recenti emerge che negli ultimi trent’anni la percentuale dei matrimoni da poco più del 50% è scesa a circa il 47% della popolazione, tuttavia, nello stesso periodo e precisamente tra il 1991 e il 2018, il numero dei divorziati è quadruplicato, forse anche grazie all’introduzione nel 2015 del divorzio breve.
Inoltre ci sono persone che, pur avendo una relazione d’amore da tanti anni, rimangono in casa con la propria famiglia d’origine perché non riescono ad essere indipendenti a livello economico, ma ci sono anche coppie che preferiscono convivere senza mai sposarsi perché si illudono che ci siano meno responsabilità e più vie di fuga o semplicemente non credono nell’istruzione del matrimonio.
Oggigiorno non abbiamo ancora superato la mentalità del matrimonio tradizionale, al limite si può affermare che siamo piuttosto nella fase della sua negazione, e non abbiamo ancora trovato la strada per vivere profondamente e a lungo un grande amore.
Ma cosa si intende per matrimonio tradizionale?
Il matrimonio tradizionale come scrivono le psicologhe americane Basha Kaplan e Gail Prince potrebbe essere visto come un NOI che equivale ad un Io + io in cui non c’è un rapporto paritario, ma uno che predomina (Io) e uno che rinuncia a se stesso per l’altro (io). Il matrimonio ha sempre rappresentato la sicurezza economica, la soddisfazione dei bisogni materiali, sociali e di protezione.
Questo si vede nei vecchi film o nei libri d’amore in cui due persone si incontrano, si innamorano, ma prima di unirsi veramente superano mille ostacoli e peripezie. La fine del romanzo o del film coincide spesso con un colpo di scena con lui che salva lei e con il “vissero felici e contenti” in un mondo ideale in cui i bisogni materiali e affettivi sarebbero stati soddisfatti.
Ma dopo che succede? Per molto tempo il matrimonio è stato un traguardo da sognare e realizzare, mentre oggi sembra aver perduto molto della sua valenza e della sua durata.
Un altro aspetto dell’amore su cui riflettere lo possiamo trovare nel meraviglioso film “A Beatiful mind” dedicato alla vita del matematico Premio Nobel John Forbes Nash Jr, in cui la moglie Alicia dice: “penso spesso che quello che sento sia senso del dovere, o senso di colpa per voler scappare via. Rabbia contro John e contro Dio, poi lo guardo e mi costringo a vedere l’uomo che ho sposato, e lui diventa quell’uomo: si trasforma nella persona che amo. E io mi trasformo nella persona che lo ama. Non capita sempre, ma è abbastanza”.
Alicia ha amato tantissimo John e nonostante le grosse difficoltà continuava amarlo soprattutto nel momento in cui riusciva trasformarlo nell’uomo che aveva conosciuto, quindi, in effetti, nella sua mente ritornava all’inizio della loro storia: non c’era un rapporto paritario o una crescita dei due individui, ma un eterno ritorno a quello che erano.
O meglio, si potrebbe affermare anche che Alicia ha contribuito al fatto che John diventasse quello che è stato, quindi la coppia era formata da un IO dominante (John) e un io che ha rinunciato a se stesso per l’altro (Alicia).
In buona sostanza nel matrimonio tradizionale marito e moglie mantengono una sorta di equilibrio in cui uno dei due o entrambi rinunciano a se stessi e, a questo punto, diventa interessante citare anche le parole della canzone “Il dilemma” di Giorgio Gaber in cui si definisce il rapporto tra un uomo e una donna come:“…l’equilibrio delle forze in campo perché l’amore e il litigio sono le forme del nostro tempo…”.
Questo può voler dire che il rapporto amoroso è composto di due fasi che bloccano le persone tra due estremi, trainandoli dall’amore che li avvicina, alla lite che li allontana e proprio vagando tra questi due estremi, non riescono a trovare la via d’uscita, impegnati alla ricerca di un equilibrio idealizzato che per forza di cose non permette di trasformare gli innamorati in individui più evoluti che crescono e continuano a crescere grazie anche alla loro unione.
Quindi fino a quando resteremo impigliati in un amore idealizzato, pretendendo che questo possa sopperire a tutti i bisogni non soddisfatti nel corso della nostra esistenza, non potremmo raggiungere un amore vero e profondo che possa andare al di là dei cambiamenti personali e di coppia conseguenti alle esperienze di vita e al passare inesorabile del tempo.
Tuttavia Gaber nello stesso testo aggiunge: “..c’è qualcosa che stiamo per capire…” lasciando la speranza di un cambiamento. Ed è proprio con questa speranza che vi invitiamo ad attendere il prossimo articolo dedicato all’amore.
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