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«Ferragnez, abbiamo un problema!» L’appello di Conte agli influencer di Instagram
Ce lo vedete Alcide De Gasperi fare leva sulle capacità persuasive di Claudio Villa per farsi ascoltare dagli italiani? E Silvio Berlusconi chiedere a Tiziano Ferro di parlare in nome suo dal palco del Mediolanum Forum? oppure Romano Prodi fare lo stesso con Ligabue?
I tempi sono decisamente cambiati. Senza entrare nel merito di chi chiede cosa, resta il fatto che l’attuale premier Giuseppe Conte si è rivolto ai Ferragnez (Ferragni e Fedez) affinché, dall’alto della loro notorietà social, parlassero al popolo del web per persuaderlo ad indossare la mascherina.
Fedez, da buon cittadino, l’ha presa sul serio ed ha accolto la richiesta del primo ministro. Con una story su Instagram ha richiamato l’attenzione dei suoi 11,1 mln di followers spiegando come lui e la moglie fossero stati messi in contatto con Conte, per esortare soprattutto i ragazzi più giovani a fare i bravi e ad essere coscienziosi.
Poi ieri è stata la volta della consorte Chiara Ferragni, influencer da 21,5 mln di seguaci, con un appello alla responsabilità comune e a quella di chiunque abbia un grosso seguito sui social media.
Vicenda che ha suscitato dibattiti e critiche, a mio avviso ha semplicemente messo in evidenza la realtà del 2020. Le distanze tra vertici politici, mondo dello spettacolo, gente comune si sono praticamente azzerate.
C’è chi ci vede una perdita di autorevolezza di chi governa e chi invece ne coglie l’inevitabile esasperata democratizzazione della comunicazione del XXI secolo.
Che si tratti o meno di fiducia nella politica e nei suoi rappresentanti, resta il fatto che è stato affidato ad un rapper trentunenne e ad un’imprenditrice digitale di due anni più matura, il compito di parlare ad una fascia di popolazione che effettivamente è più interessata ad ascoltare e a credere ai messaggi dei propri idoli, anziché di chi governa.
Volenti o nolenti il mondo digitale ha stravolto le dinamiche della società.
Un influncer, se lo è davvero – e di certo Fedez e la Ferragni lo sono – assume un ruolo ed un peso inediti, che trova riscontro ai nostri giorni così come mai si sarebbe immaginato in passato. Non dimentichiamo che proprio i Ferragnez, ai tempi della prima ondata di Covid, si erano resi promotori di una raccolta fondi di enorme successo per la costruzione dell’ospedale a Fiera Milano.
Chiara Ferragni, che colleziona follower da tutto il mondo, tra cui importanti nomi dello spettacolo statunitense, a marzo aveva parlato alle star d’oltreoceano avvisandole dello tsunami virale che sarebbe arrivato, invitandole a non sottovalutarlo e a farsi loro stesse promotrici di attenzione nei confronti dell’epidemia.
Insomma, le celebrities del web si stanno assumendo anche l’onere e l’onore che spetta agli uffici stampa del governo e agli autorevoli media tradizionali, i quali usano un linguaggio istituzionale che soprattutto alle nuove generazioni non appartiene.
La decisione di Conte di rivolgersi ai Ferragnez porta con sé una forte dicotomia tra autorevolezza delle istituzioni e consapevolezza che per arrivare ad un’ampia fascia di popolazione, principalmente quella più giovane, è necessario avvalersi di nuovi veicoli e di nuove modalità di comunicazione.
Ormai la forza mediatica di personaggi che, a diverso titolo, riescono a raggiungere milioni di persone sui canali social non può essere ignorata. Finora è stata sfruttata dalle aziende che ne hanno fatto uno strumento di pubblicità; ora è evidentemente il momento della politica che, se fino a qualche tempo fa li snobbava, ora li vede come alleati preziosi. Come si dice: “a mali estremi, estremi rimedi”.
a cura di Iris Devigili
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