Politica
Andrea Bertamini, il BertaCandido per la città di Trento: “Ho intenzione di spendere professionalità e vissuto dei bisogni delle persone fragili, ecco come farò”

Andrea Bertamini, 51 anni, sposato con Claudia, e orgoglioso padre di Giulia e Matteo, ha una storia professionale e personale veramente degna di essere approfondita.
Trentino ‘de Trent’, da sempre con Trento al centro di tutti i propri interessi (di studio, di lavoro, di cuore, di tifo – ‘Forza Aquila e forza Trentino Volley’, ci tiene a sottolineare), da più di 25 anni si occupa della gestione di progetti complessi, spaziando dal bancario (iniziando dall’allora Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto) all’informatico (le nuove frontiere BigData), dall’immobiliare (la fase iniziale dello sviluppo della zona delle Albere), alla formazione delle persone.
A questo si aggiunge quella che lui chiama la sua seconda professionalità, il vivere la sua diversa abilità da più di 40 anni in maniera assolutamente non passiva.
Andiamo quindi a conoscere meglio il BertaCandido, come ama definirsi, e cosa lo ha spinto a proporsi per la corsa a Palazzo Thun nella lista di “Rinascimento Trento“, con candidato sindaco Marcello Carli
Perché BertaCandido, innanzitutto?
“E’ frutto delle mie due anime, il rigore professionale e l’empatia, la curiosità non fine a sé stessa verso il meraviglioso mondo esterno. Voltaire nel suo Candido ci ha fatto capire che non viviamo nel migliore dei mondi possibili, ma io sono fermamente convinto che qualcosa si può, ma soprattutto si deve fare, per migliorarlo.”
Quali sono allora le proposte che vorresti porre in atto?
“Tutto nasce da una convinzione, e cioè che Trento è sì una città ‘a misura d’uomo’, ma che deve diventare la Città ‘a misura di tutti’. Siamo in un periodo storico di modifiche sia strutturali, sia impreviste – intendo le ombre lunghe della pandemia Covid19 -, in cui dobbiamo renderci conto che le fasce di popolazione fragili stanno crescendo come peso e come emersione di nuove tipologie di fragilità. E una persona fragile è tale perché ha difficoltà a rapportarsi col mondo esterno come fanno tutti, quindi esprime tutta una serie di bisogni per i quali difficilmente riesce a trovare da solo le leve per poterli soddisfare.
L’idea è pertanto una risposta razionale, frutto di un progetto di analisi dei fatti e degli obiettivi, di pianificazione, attuazione e controllo delle azioni da mettere in campo: è l’offerta di servizi a supporto di queste fasce deboli che deve portarsi verso la domanda, verso i bisogni da loro espressi, e non viceversa.”
Ci puoi fare degli esempi concreti di azioni del Tuo programma a favore di queste fasce deboli?
“Le azioni concrete che ho in mente sono ovviamente calate sulle singole tipologie di bisogni, ma una gran parte di questi (degli anziani, dei malati, dei diversamente abili, di quanti hanno un disagio, delle famiglie, eccetera) possono trovare un soddisfacimento a tutto tondo con l’istituzione dei CareGiver di Circoscrizione.
Sono soggetti, conosciuti dal territorio, che diventano il riferimento, il punto di contatto per tutte le richieste (espresse o che loro fanno esprimere) di un certo numero di persone in situazione di fragilità. Se serve vanno a far visita a domicilio, e quanto viene raccolto serve per identificare ed attivare i veri fornitori dei servizi necessari, che a loro volta li erogheranno. Per creare questo processo virtuoso mi immagino la presenza di una piattaforma informatica, in cui tutti gli attori – i CareGiver, le Istituzioni locali, le Organizzazioni di Volontariato, i C.A.F., eccetera, e la Municipalità come coordinatore – contribuiscono per dare e ricevere informazioni. Informazioni che hanno lo scopo preciso di offrire il servizio migliore al bisogno dettagliato.
Con questo processo si pone rimedio a quello che è il vero fallimento che molti stanno purtroppo vivendo, ossia il non ricevere quello di cui si ha diritto, e che tantissime volte invece è disponibile, ma magari non conosciuto.”
Hai descritto delle azioni che per essere attuate avranno bisogno di coperture finanziarie. Come pensi di recuperarle?
“La parola giusta è proprio recupero. Al di là che uno dei punti fondamentali di un progetto gestito professionalmente è la ricerca delle risorse adeguate, un tema generale, valido come pilastro fondamentale del programma mio, di Rinascimento Trento e del candidato Sindaco Marcello Carli, è quello dell’efficientamento delle risorse già esistenti.
La struttura organizzativa – e ciò vale per le grandi macchine sia pubbliche, sia private – deve diventare una infrastruttura, un sistema che agevola, che facilita la messa in opera delle opportunità: a parità di risorse, quindi, si possono portare avanti due azioni.
Insomma, occorre professionalità ed esperienza non solo per attrarre nuove risorse, ma anche per efficientare quelle già esistenti, e queste sono competenze trasversali che mi sento in dovere di mettere a disposizione di Trento. Ci vivo talmente bene, che ho l’obiettivo di portare il maggior numero di persone possibili a viverla altrettanto bene.”
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