Vetrina Immobiliare
L’effetto Covid cambia il settore immobiliare

Cercasi casa più grande, luminosa, con balcone, terrazzo o giardino. Le agenzie immobiliari della zona di Trento, ma anche in Valsugana e in Val di Non come in altre località, stanno registrando una fase di rinnovato interesse per le compravendite immobiliari che Francesco Migliorini Presidente Provinciale FIAIP Trento definisce di “inaspettato entusiasmo”.
“La nostra categoria è rimasta un po’ sorpresa da come l’attività ha ripreso con maggiore interesse per le compravendite rispetto i mesi prima del Covid-19. Inoltre, dopo la chiusura forzata erano sorti dei timori tra noi colleghi, non sapendo immaginare come sarebbe successo con la riapertura delle agenzie immobiliari. Invece devo dire che siamo stati sorpresi perché c’è stato molto interesse”.
A parte il mese di maggio quando la normativa di contenimento del coronavirus non era chiara e non si sapeva bene come muoversi durante le visite, devo dire che da allora c’ è fervore, voglia di casa” è la constatazione di Migliorini.
Tuttavia, come dice lui con prudenza, “un conto è fare le visite, un conto è vendere”.
Ad ogni modo sembra che i mesi di arresto domiciliare causa pandemia abbiano messo in moto un ripensamento da parte di chi, costretto tra le quattro mura, ha riflettuto sulla necessità di una casa con requisiti diversi.
Effetto Covid-19, appunto. Da qui un cambio di casa o almeno la ricerca di un’abitazione che possa dare di più, frutto dell’apprensione del “se si dovesse tornare in lock-down in futuro”. In ogni modo, chi stava già cambiando casa e se lo può permettere, adesso cerca più metri quadri, meglio se con un po’ di verde fuori dalla porta di casa.
“Di certo molte persone hanno iniziato a valutare delle realtà e delle caratteristiche di un immobile che prima non prendevano in considerazione.
Rimanere chiusi in casa quei due mesi sicuramente ha fatto venir voglia di aria e sono state rivalutate quelle realtà condominiali con un giardino. Per contro chi invece era in procinto di sostituire la propria casa pur avendo questo tipo di spazio, l’ha riconsiderato e adesso non lo vende più” sintetizza la situazione Migliorini.
Realtà diversa e del tutto differente per gli affitti, soprattutto quelli per gli studenti universitari fuori sede. Si è in attesa e le richieste molto diminuite, non potendo prevedere come evolverà l’emergenza sanitaria e quali potranno essere le limitazioni agli spostamenti. Da qui, uno stop a questo aspetto del mercato immobiliare.
Se, secondo Migliorini, è troppo presto per tirare le somme e dare i numeri di questa situazione per quanto riguarda le compravendite immobiliari e comunque si è ancora lontani dei numeri del 2019 che registrava un volume di vendite in crescita, gli affitti segnano già un pesante segno negativo.
Altro settore che è tuttora in fase di stallo è quello delle aste immobiliari. Dopo i provvedimenti adottati dai presidenti delle sezioni esecuzioni immobiliari dei tribunali di tutta Italia che da marzo sospendevano ogni asta di vendita, queste procedure stanno lentamente rincominciando.
Ora le aste sospese per il Covid-19 si stanno nuovamente fissando da parte dei professionisti delegati dai tribunali, ad eccezione di quelle che riguardano le abitazioni prima casa per il debitore che le occupa.
In questo caso è intervenuto ancora un altro provvedimento dei tribunali italiani, in applicazione della legge di conversione del Decreto Cura Italia, il cui effetto pratico è che queste abitazioni non possono essere rimesse in asta fino alla fine di ottobre 2020.
L’osservatorio dell’Associazione T6- Tavolo di Studio sulle Esecuzioni Italiane, in un articolo pubblicato nell’agosto scorso stima che ”Secondo i dati relativi al primo semestre 2020 , le esecuzioni sono calate in media del 40% rispetto al 2019. Ma in molti casi, si va ben oltre, come a Roma (-47%), Milano (-46,84%), Napoli (-51%%) o nelle realtà stremate dal Covid, come Piacenza (-76,6%) e Lodi (-60,42%). Questo è dovuto in parte con l’emergenza sanitaria, in parte con le norme del DL Cura Italia, che bloccano i pignoramenti fino al 31 ottobre per le abitazioni principali”.
Annullando di fatto i progressi fatti in quest’ambito che ved,eva un crescente interesse per l’acquisto della casa all’asta. Progressi dovuti anche alla riforma legislativa del 2015 che accorciando di fatto i tempi lunghi della procedura esecutiva, prima del Coronavirus vedeva nella classifica dei migliori per tempistica il Tribunale di Trento al terzo posto in Italia, con una media di soli due anni e mezzo per la chiusura di tutte le attività procedurali.
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