Val di Non – Sole – Paganella
A Palazzo Assessorile di Cles con la stilista Margherita de Cles tavola rotonda su ecologia e sostenibilità nel settore moda

Si è tenuta ieri, venerdì 28 agosto, presso Palazzo Assessorile di Cles, la conferenza patrocinata dal Comune di Cles dal titolo “Moda sostenibile: trend o realtà”.
Organizzatrice dell’evento la stilista di origine clesiana Margherita de Cles, creatrice dell’“Atelier La Cles Italia Fashion”, artista di fama internazionale, da poco rientrata dallo Zimbabwe, dove era rimasta bloccata a causa dell’epidemia da Coronavirus. (qui l’articolo).
A presentare la tavola rotonda l’Assessore alla Cultura Avv. Vito Apuzzo, il quale afferma che il Comune di Cles è sempre favorevole ad appoggiare iniziative di questo genere, quando si trattano argomenti inerenti l’ecologia e la sostenibilità, da tempo proposti nell’ambito del ciclo ‘Terra, cibo e salute’, eventi duranti i quali si è parlato anche di tessuti naturali.
Introduce la conferenza Lara Pizzato, esperta in marketing strategico ed innovazione, di origine vicentina ma che da tempo lavora a Londra occupandosi del settore moda nelle vendite online: “La moda è uno dei settori più inquinanti al mondo, dato l’altissimo consumo di acqua necessario per la produzione dei tessuti, ed il conseguente effetto serra a danno dell’atmosfera; da qui la ricerca di realizzare una moda sostenibile. In passato la moda si definiva ‘fast fashion’ cioè moda veloce, ora si è passati alla ‘slow fashion’, moda lenta, di uso comune tra i ‘Millenials’, conosciuti anche come ‘Gen Z’ – Generazione Zero, composta da nati dopo il 1980. A queste generazioni interessa soprattutto il futuro del pianeta, come lavorano le aziende e chi fisicamente lavora per produrre; condividono e comprano soprattutto moda sostenibile, perchè ritengono sia meglio spendere qualcosa in più comprando indumenti prodotti senza danno per il nostro pianeta. Si sta puntando alla maggior durata dei materiali ma soprattutto al riciclo, con il vantaggio di comprare di seconda mano cose nuove o usate senza nessun impatto ambientale. Bisogna riorganizzare, produrre meno, e creare il nuovo in maniera sostenibile”.
Lara Pizzato illustra al pubblico alcuni tra i siti più importanti nel campo del riciclaggio di indumenti ed accessori: – The RealReal – azienda americana che si occupa di certificare e rivendere capi firmati, – Vestiaire Collective – community francese dove si possono vendere ed acquistare capi di alta moda, – By Rotation – innovativo sito londinese dove non si vende e compra nulla, semplicemente ci si prestano e noleggiano vestiti, – Depop – social nato a Londra, ora presente in Usa e Australia, per la compravendita di vestiti e accessori di ogni marca e genere, conta 18 milioni di utenti, – nuw. – piattaforma londinese per lo scambio di vestiti a costo zero, – Pangaia – azienda filantropica che produce abbigliamento usando fibre e materiali riciclati a base biologica ottenuti da bottiglie di plastica riciclate e colori naturali botanici derivati dalle piante, – Petit Pli – ideata da un ingegnere spaziale britannico, con materiali tecnici ultaleggeri traspiranti ed antipioggia, distribuiscono innovativi indumenti per bambini, un mercato di grande consumo vista la loro crescita, i quali si allungano ed allargano fino a durare per 7 taglie di seguito, – Orange Fiber – una azienda italiana unica al mondo nella produzione di tessuti simili alla seta derivanti dagli scarti degli agrumi.
L’imprenditrice boliviana Maria Josè Sologuren ha creato il marchio WaraYana, “Nome che significa ‘che viene da lontano'” – ci spiega – “Questi capi sono tutti realizzati in Bolivia dalle fibre degli alpacca e della vigogna. Ho voluto aiutare le donne boliviane che lavorano quasi totalmente in casa. Operiamo a questo progetto unitamente al governo boliviano, in collaborazione con una Omg italiana unitamente all’Unione Europea. Negli anni ’70 l’esportazione della vigogna era illegale e passava solo attraverso il mercato nero, con costi esorbitanti. Gli alpacca sono animali belli e utili al pianeta, non distruggono i prati calpestandoli e mangiano l’erba senza strappare le radici. La vigogna è più pregiata e costosa, perchè vive in clima freddissimo a mt. 4000 di altitudine ed è un animale protetto; si alleva solo in Bolivia, Perù, Cile e Argentina. Il vello di questi animali si presta alla realizzazione di capi di alta qualità, perchè non contiene lanolina, e quindi è ipoallergenico ed adatto ai bambini, idrorepellente, antinfiammabile, traspirante, leggero e caldissimo; inoltre ha una gamma naturale di 22 colori”.
La stilista Margherita de Cles mira ad una moda green, supportando attività artigianali in India come la fabbrica ‘Ahimsa Silk’ che produce seta vegana, grazie al suo ideatore Kusuma Rajaiah, e consiste nell’aspettare l’uscita spontanea della larva dal bozzolo; i tempi di lavorazione sono ovviamente più lunghi, e se ne occupano centinaia di donne selezionandoli con cura.
Durante la sua permanenza in Zimbabwe, la ex Rhodesia nota per la produzione di diamanti e oro, Margherita ha approfittato per realizzare alcuni capi in collaborazione con le sarte locali, usando il cotone ricavato sul posto. Da qui la voglia di creare per il 2021 una collezione con il cotone proveniente da aziende tessili del posto, ideando una NGO per la realizzazione di cotone sostenibile, ed una collezione di moda etica adatta al mercato africano, supportando così le donne lavoratrici che letteralmente ‘cuciranno’ i capi a Km. 0, dando vita ad una forza lavoro al femminile. Si potrà in questo modo aiutare l’economia locale, in uno stato composto prevalentemente da una popolazione giovanissima e con un tasso di disoccupazione del 95%.
Riccardo Benedini è un giovane veneziano, al seguito di un viaggio in India ha ideato e creato il brand “Là Fuori”, che mira ad utilizzare tecniche sostenibili per l’ambiente e che aiuti e rivaluti l’artigianato. “Mi sono sempre chiesto: ‘Ma chi fa i nostri vestiti?’ Voglio raccontare gli abiti, supportare un progetto etico che che testimoni il valore umano e che sia uno strumento di diffusione della cultura artigiana. Quando ero là cercavo di parlare direttamente con le donne che tessono le stoffe, ma era impossibile, potevo parlare solo con i loro capi. Abbiamo un obbligo morale di trasparenza nella produzione; quando indossiamo un capo non dovremmo farlo solo per gusto, ma per capire il mondo che ci circonda”.
La stilista Baronessa de Cles oltre che occuparsi di moda è anche grande filantropa: nel dicembre dello scorso anno aveva messo a disposizione di alcuni giovani artisti le sale dello storico Palazzo Dal Lago, dove ha sede il suo Atelier, recentemente restaurato, per un’esposizione intitolata “Armocromia” (qui l’articolo).
Per ammirare le sue collezioni: La Cles
- Trento2 settimane fa
34 milioni di pagine lette: nel 2020 la «Voce del Trentino» raddoppia traffico e lettori (quasi 10 milioni)
- Trento4 settimane fa
Coronavirus: contagi in calo e 3 decessi in Trentino nelle ultime 24 ore
- Trento4 settimane fa
Coronavirus: 13 decessi in Trentino nelle ultime 24 ore. 373 guariti e contagi ancora in calo
- Trento4 settimane fa
Coronavirus: 4 decessi e 680 guariti nelle ultime 24 ore in Trentino
- Trento4 settimane fa
Ipotesi 25 gennaio per l’apertura delle piste da sci
- Italia ed estero4 settimane fa
Via libera al nuovo Decreto Natale, ecco le nuove regole
- Italia ed estero4 settimane fa
Mauro Romano, a 43 anni dal rapimento del piccolo più vicini alla verità?
- Italia ed estero3 settimane fa
La sentenza clamorosa: i Dpcm di Conte «Sono illegittimi e incostituzionali»
- Val di Non – Sole – Paganella4 settimane fa
Tornano “I signori della neve”: Madonna di Campiglio, Pontedilegno-Tonale, Pejo 3.000 e Pinzolo protagonisti su DMAX
- Trento4 settimane fa
Coronavirus: dal 24 dicembre in Trentino si applicano le nuove norme nazionali dell’ultimo Dpcm
- Le ultime dal Web4 settimane fa
Uccisa la donna che aveva decapitato un gufo vivo in diretta
- Le ultime dal Web3 settimane fa
Le profezie di Nostradamus per il 2021 (e se ci azzecca, son guai!)