Trento
Divieto di consumo di bevande alcoliche nei parchi. Una legge mai applicata e fatta rispettare

Se c’è un’ordinanza comunale disattesa in assoluto, è quella del consumo di alcolici nei parchi pubblici ed il fatto curioso è che tra i politici trentini c’è la corsa a rivendicarne la paternità.
A dare il via al testa a testa è stato il candidato sindaco del centro destra Merler che ha postato delle sue prime fotografie della campagna elettorale che lo ritraeva a fianco della segnaletica verticale di divieto.
Passa qualche ora ed ecco Elisabetta Bolzarelli rivendicarne la paternità per la presentazione di una mozione. Poi la pubblicazione di un post, poi rilanciato da Franco Ianeselli, nel quale rivendica la paternità del provvedimento. “Mi fa anche sorridere perché quando capita con famiglie di festeggiare qualche compleanno in uno dei tanti bei parchi di Trento, sono sempre canzonata con “ecco ora non possiamo nemmeno brindare per la tua idea di divieto”, poi la virata verso il plauso al comune lavoro delle commissioni e così la paternità del provvedimento entra in un limbo nebuloso perché ovviamente è stata la commissione che ha redatto l’ordinanza. Alla fine no si capisce bene di chi sia stata l’idea del provvedimento.
Peccato che Elisabetta Bolzarelli tralasci un piccolo particolare: le ordinanze vengono emesse per essere applicate e a farlo lo può essere solo la maggioranza della quale faceva parte e nello specifico il sindaco (stesso partito, il PD) che ha potere di controllo sulla Polizia Municipale.
Ed allora se ogni mattina i cestini dei parchi sono stracolmi di bottiglie di birra, qualcosa non ha funzionato.
A parte quel breve periodo nel quale qualche controllo veniva fatto, ma anche bypassato dalla “trovata” di travasare la bevanda alcolica in un innocuo contenitore di succo di frutta o simili.
La Bozzarelli, ma anche Ianeselli, tralasciano un altro particolare: non solo le ordinanze, ma anche le leggi non hanno valore se non vengono applicate ed allora nel caso del divieto del consumo di alcolici (e non solo) sarebbe opportuno un mea culpa, riconoscendo quello che la giunta di centro sinistra avrebbe potuto fare, ma non ha fatto.
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