economia e finanza
Sono 9.178 le imprese femminili in Trentino: agricoltura e commercio i settori che incidono di più

Sono 9.178 le imprese femminili registrate in provincia di Trento e, rispetto al giugno del 2019, il loro numero è aumentato di 28 unità (+0,3%).
La loro incidenza rispetto al tessuto imprenditoriale locale, che conta 50.627 aziende, è del 18,1%, percentuale che rimane ancora inferiore sia al dato nazionale (22%), sia a quello del Nord Est (20,4%), ma che risulta in linea con quello delle province di Bolzano (18,1%) e Milano (17%).
Il settore in cui opera il maggior numero di imprese guidate da donne è l’agricoltura con 1.938 unità (il 16,2% delle imprese di settore), seguito dal commercio con 1.814 imprese (il 20%).
Per quanto riguarda la forma giuridica, al 30 giugno scorso le società di capitali rappresentavano il 16,2% del totale delle attività femminili, +3,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’impresa individuale si conferma essere il modello imprenditoriale più diffuso (66,5%), seguito da quello della società di persone (15,7%) e da altre forme giuridiche (1,6%).
Nella prima metà del 2020, il sistema produttivo al femminile conferma la presenza di 919 imprese straniere, in aumento rispetto allo scorso anno (+65 unità).
Si tratta di attività concentrate principalmente nei settori del commercio, della ristorazione e dei servizi alla persona e che costituiscono il 26% del totale delle imprese straniere presenti sul suolo provinciale.
Sono invece 1.770 (+25 unità rispetto all’anno scorso) le imprese femminili e artigiane. Corrispondono al 14,5% dell’intero settore artigianato e sono raggruppate, per circa il 60%, sotto la voce “altre attività di servizi” (1.058 imprese), all’interno della quale l’attività più esercitata riguarda i servizi alla persona, in particolare quelli svolti dai saloni di parrucchieri (937 imprese).
“I dati dell’Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio – commenta Claudia Gasperetti, Coordinatrice del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile – sono confortanti, soprattutto se si considera che negli ultimi dodici mesi le imprese femminili sono cresciute dello 0,3%, a fronte di analogo calo (-0,4%) di tutte le imprese registrate. Un motivo in più per sostenere le donne che fanno impresa e che, nonostante i gravosi ostacoli creati dal lockdown, hanno dimostrato di saper gestire la crisi su più fronti e con tenacia. Risulta tuttavia irrinunciabile la costituzione di un tavolo di confronto sul lavoro femminile, per monitorare costantemente la situazione economa locale e individuare, assieme all’Agenzia provinciale competente, tutti gli strumenti possibili e utili ad affrontare i prossimi mesi che si prospettano carichi di difficoltà e incertezze”.
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