Italia ed estero
Recovery Fund: trovato l’accordo definitivo, all’Italia 209 miliardi e aumento “ rebates” per blocco del nord

Dopo un negoziato durato 4 giorni e 4 notti, che ha avuto al centro il duello dei piani nazionali di ripresa, in particolare tra Italia e Olanda, i leader europei hanno finalmente raggiunto un compromesso sul Recovery Fund e sul bilancio europeo 2021/2027.
Inaugurato con un applauso alle 5 e mezza del mattino in aula a Bruxelles, il nuovo accordo comprende 750 miliardi, 390 di contributi, 360 di prestiti che porteranno un alleggerimento economico ai Paesi europei più colpiti.
Per raggiungere questo risultato, i Paesi mediterranei con la Germania hanno difeso la cifra complessiva di 750 miliardi, imponendo il principio chiave da sempre sostenuto del debito comune.
Per quanto riguarda l’Italia che ha mantenuto il primato di beneficiario, saranno 209 i miliardi che riceverà, 36 in più di quelli previsti, rimane invariata invece la quota dei contributi a fondo perduto e sale quella dei prestiti, con Conte che ammette: “un piano di rilancio ambizioso, adeguato che ci consentirà di affrontare questa crisi, avremo una grande responsabilità”.
In cambio e come risultato frutto del pressing dei Paesi frugali, sono stati modificati il rapporto tra sussidi e prestiti, con i sussidi che da 500 miliardi previsti nella proposta originale, scendono sotto la soglia dei 400 fermandosi a 390 miliardi, mentre i prestiti salgono da 250 a 360 miliardi.
Il blocco del nord, in particolare Olanda e Austria, porta casa anche un aumento dei cosiddetti “rebates”, gli sconti sulle contribuzioni, solo la Germania per propria scelta ha deciso di mantenere stabile la sua soglia. La crescita generale degli sconti ha permesso di ottenere la cifra richiesta per il bilancio 2021 /2027 di 1074 miliardi.
Nonostante tutto, anche l’Olandese Mark Rutte si dice soddisfatto: “Si è trovato un accordo per fare in modo che i paesi possono monitorare il corso dei progressi delle riforme, si parla di molti soldi ed è giusto che sia così”.
Ora, I piani degli stati membri saranno presentati alla Commissione che non dovrà chiedere l’approvazione all’unanimità come voleva l’olandese Rutte, ma a maggioranza qualificata al Consiglio.
Inoltre, qualora in sede di comitato si riscontrassero problemi o scostamenti dagli obbiettivi stabiliti spetterà al solo Consiglio Europeo discutere della vicenda.
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