Piana Rotaliana
Mezzolombardo, la proposta di Devigili: «Al San Giovanni un ambulatorio per le piccole urgenze attivo h24»

Un ambulatorio per le piccole urgenze, aperto h24, al Centro Sanitario San Giovanni. A proporlo è Giorgio Devigili, candidato sindaco alle prossime elezioni comunali di Mezzolombardo e responsabile sanitario del San Giovanni.
Come racconta Devigili, la mancanza di un punto di riferimento sanitario per le urgenze è una tematica che sta particolarmente a cuore ai cittadini della Piana Rotaliana, che in caso di necessità devono recarsi ai Pronto Soccorsi degli Ospedali di Trento e di Cles, spesso affollati anche per urgenze facilmente risolvibili da un intervento medico senza accertamenti strumentali di secondo livello.
L’ex Ospedale San Giovanni costituiva infatti da più di un secolo il riferimento della Piana Rotaliana, dell’Altipiano della Paganella, della Bassa Val di Non e della Bassa Atesina. Un bacino di utenza di più di 35 mila abitanti con aumento imponente nei mesi invernali ed estivi per via del turismo.
È in quest’ottica che il candidato sindaco propone la costituzione di un servizio di “Ambulatorio per le piccole urgenze attivo 24 ore su 24” al Centro Sanitario S. Giovanni di Mezzolombardo.
«Parliamo di un presidio indispensabile, in grado di far tornare alle comunità della Piana Rotaliana e dell’Altipiano della Paganella un’assistenza medica propria senza dipendere da altri ospedali – spiega Devigili –. È chiaro che non si tratterebbe di un Pronto Soccorso, che è una struttura complessa e adatta a trattare pazienti con problematiche gravi grazie alla disponibilità di professionalità e tecnologie avanzate, ma un punto dove sono risolvibili in loco prestazioni sanitarie semplici, le più frequenti e comunque importanti come quelle che si svolgono negli ospedali».
Devigili si riferisce ad esempio alla sutura di piccole ferite, all’estrazione di un corpo estraneo, alla valutazione di un dolore toracico, al posizionamento di un catetere vescicale. L’apertura di questo ambulatorio eviterebbe poi degli intasamenti nei Pronto Soccorsi di Trento e di Cles, risparmiando viaggi ai cittadini ed evitando di rallentare il lavoro degli operatori sanitari impegnati nelle urgenze maggiori.
Secondo la proposta di Devigili, l’ambulatorio delle piccole urgenze sarebbe una struttura ad accesso libero per il cittadino gestita da medici non specialisti con personale infermieristico adeguatamente formato.
«Ricordo la vicenda dello scorso anno, anche sottolineata dalla stampa, relativa a un paziente che, giungendo al nostro presidio sanitario, si è visto negata una prestazione medica peraltro molto semplice come la rimozione di una zecca – aggiunge Devigili –. L’ambulatorio delle piccole urgenze costituirebbe un presidio in grado di dare una risposta in tempi brevi, con una prima valutazione da parte del professionista che può concludersi con un rientro del paziente al domicilio, con l’invio in pronto soccorso se la gravità della situazione lo richiede o con un ricovero in Cure Intermedie».
Devigili ricorda infine che il Centro Sanitario ha grandi margini di potenziamento, sia grazie agli spazi ambulatoriali, sia grazie alle nuovissime attrezzature sanitarie: «Parliamo quindi di costi minimi per locali e strumenti, essendo la spesa per l’attivazione del servizio in realtà già stata sostenuta con gli investimenti precedenti. Alla luce del periodo storico drammatico che stiamo vivendo mi chiedo: se non ora, quando?».
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