Il tuo avvocato
Le coppie scoppiano sempre di più in periodo post covid, ma con la mediazione familiare si «litiga meglio»

Mariarosa chiede cos’è una separazione consensuale e se è possibile anche per persone che litigano molto e non si trovano d’accordo su niente.
La separazione consensuale innanzitutto si differenzia da quella giudiziale perché i coniugi sono loro a trovare i loro accordi sia economici che relativamente ai figli.
L’avvocato presenta poi questi accordi al Tribunale e il Giudice, se non contrari ai figli, li omologa ovvero da il suo benestare. Ovviamente è decisamente meno costosa, sia in termini strettamente economici che emotivi, e più tutelante per i figli.
Inoltre i genitori rimangono attori delle loro scelte senza fare decidere il loro destino a un Giudice che poco può conoscere della loro vita familiare e intima.
In questo periodo post covid sono molte le coppie che scoppiano e che si trovano anche ad avere problemi economici importanti che a volte li costringono a una convivenza forzata. Sotto lo stesso tetto o meno, l’importante è saper gestire i conflitti che le restrizioni e la precarietà dell’ultimo periodo hanno acuito.
La mediazione familiare è uno strumento molto valido ed efficace per far trovare nuove soluzioni organizzative alle coppie in crisi. Per questo ho rivolto alcune domande alla dott.ssa Sara Zocchi, presidente dell’associazione Diritto e Rovescio (associazione che si occupa di diffondere la mediazione familiare) già presente da anni in Emilia Romagna e in Piemonte e di prossima apertura in Trentino.
La dottoressa Zocchi spiega che la mediazione è uno strumento molto efficace quando tra due persone ( coniugi, conviventi, genitori-figli, fratelli ) sono presenti dei conflitti che creano degli ‘ingarbugliamenti’ nel loro rapporto. Questo non permette quindi la fluidità nella comunicazione e le persone possono sentirsi non rispettate e non ascoltate dall’altro. Si crea così un impasse comunicativo nel tempo che può generare ulteriori conflitti.
Troppo spesso si vedono familiari che si scontrano tra di loro lasciando una grande rabbia, a volte delusione e molta tristezza. Accumulare queste tensioni porta solo ad un distaccamento tra le persone che provoca una rottura delle relazioni.
Per questo la mediazione è uno strumento importante, in quanto il Mediatore, grazie alla sua professionalità e la propria equi-vicinanza alle parti, senza giudicare in alcun modo, riesce a proporre dei concreti strumenti comunicativi affinché le persone si sentono accolte, capite e ascoltate dall’altro e viceversa, la persona inizia ad accogliere, capire e ascoltare l’altro.
Grazie alla mediazione, garantisce la Presidente di Diritto e Rovescio, si va proprio a creare questa fluidità nella comunicazione che permette alle persone di definire insieme una meta da raggiungere; nel momento in cui si definisce un obiettivo e gli step necessari per raggiungerlo le persone passano dalla distruzione reciproca alla costruzione di un percorso insieme.
Rispetto ai figli la dottoressa spiega che sebbene i minori non partecipano agli incontri sono comunque “dentro la mediazione” portati dagli adulti di riferimento. Sempre molto entusiasta la dott. Ssa Zocchi aggiunge: ”quando si intraprende un percorso in mediazione, il mediatore può trovare due persone che spesso sono in “guerra” , solitamente quando si è difronte ad un rapporto ad alta conflittualità, l’unico obiettivo per le persone è cercare di porre l’attenzione sul conflitto con l’altro, esponendo le loro posizioni contrastanti, le accuse sui diritti non riconosciuti e sui doveri non ascoltati. Il Mediatore di fronte a tale situazione può proporre alle persone un “cambio nel modo di comunicare all’altro”, ossia può chiedere alle persone di porre l’attenzione sui sentiti tralasciando le accuse. Ad esempio cercare di riferire all’altro come si è sentito, quindi dalla accusa più frequente come: “quando stavamo insieme non c’eri mai… mi hai lasciato solo” il mediatore propone alla persona di esprimere i propri sentiti, trasformando la frase: “quando stavamo insieme mi sono sentito solo”.
Questo cambio di prospettiva può aiutare le persone a scoprire gli interessi delle posizioni ed a constatare, con sorpresa, che sono talvolta più vicini tra loro di quanto non fossero le loro posizioni. Per quanto riguarda la coppia genitoriale altamente conflittuale, la mediazione propone di creare uno spazio e un tempo a disposizione dei genitori che, accompagnati dal mediatore, sperimentano soluzioni adatte alle specifiche esigenze dei loro figli e della loro famiglia in trasformazione. Grazie alla mediazione si può evitare un processo giudiziale molto doloroso e faticoso“.
Quest’ultima riflessione mi porta a invitare caldamente le coppie in conflitto soprattutto se con figli a provare questo strumento, a chiedere almeno informazioni scrivendo a d.bussolati@gmail.com.
Non dimentichiamo che molti allontanamenti dei minori dalla propria famiglia d’origine e limitazioni della responsabilità genitoriale sono dovute all’alta conflittualità tra i genitori. Nessuno litiga troppo per riuscire a trovare un accordo, bisogna solo cambiare il modo di litigare.
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