Trento
Movida abisso senza ritorno: la drammatica lettera di un commerciante del centro storico di Trento

Dopo l’aggressione alle Forze dell’Ordine di Largo Carducci, avvenuta l’altro giorno in largo Carducci, c’è da chiedersi se stiamo assistendo ad una deriva morale post-Covid, una prova generale di rivolta sociale, o i prodromi di una alienazione collettiva data dall’incertezza per il futuro, soprattutto da parte della gioventù, pesantemente penalizzata dall’aggravarsi della crisi generale preesistente.
Sia come sia la situazione sta degenerando e merita una seria attenzione sia dal punto di vista dell’ordine pubblico come dal punto di vista sociologico.
E va considerato che stiamo parlando di una movida a cui mancano migliaia di studenti ora assenti per la pandemia in corso.
La Voce del Trentino è da sempre portavoce delle istanze dei cittadini penalizzati da prepotenze, ingiustizie e vessazioni e in tale veste riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera disperata di un commerciante del centro vessato dai vandalismi senza ritegno del “popolo della movida”:
“Sono il titolare di una attività commerciale in via S.Maria Maddalena a Trento aperta ogni giorno dalle ore 08:00 alle ore 19:00.
Da due o tre anni a questa parte sto vivendo una situazione insostenibile che penalizza pesantemente la mia attività. Questo in quanto più o meno quattro giorni alla settimana quando apro il mio locale mi trovo davanti a quello che si può definire un teatro di guerra a causa della movida che avviene in zona pressoché ogni sera.
In sostanza al mio arrivo è consuetudine che io mi trovi a dover pulire sputi sulla mia vetrina, abbondanti tracce di urina e vomito nella rientranza del salone, a volte imbrattamento di muri antistanti con scritte spray, quantità enormi di bottiglie vuote lasciate a terra, spesso infrante, con conseguente pericolo che io mi tagli. Non si contano resti di cibo e di involucri gettati a terra.
Questa situazione comporta che io mi trovi ad operare una profonda pulizia e sanificazione prima di iniziare la mia attività, raccogliendo anche i cocci lasciati la notte, costringendomi così a dover arrivare al lavoro molto prima, consumando inoltre una notevole quantità di prodotti igienizzanti, allo scopo di offrire alla clientela un accesso decente e privo di pericoli.
Questa situazione penosa e pericolosa è vissuta anche dagli abitanti e dai colleghi che hanno attività commerciali nella zona, con i quali mi sono spesso confrontato. Abbiamo più volte chiesto alle autorità comunali di intervenire, ma senza successo, hanno installato delle telecamere ma non hanno sortito alcun effetto.
Mi rendo conto che la situazione è difficile anche per le Forze dell’Ordine, forse prive di mezzi, ma come cittadino soffro un profondo disagio, per non dire disperazione, per come vengo provato da un degrado che non sembra cessare.” (lettera firmata)
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