Politica
Nasce “Si Può Fare”: un’alleanza per Trento

Nasce “Si può Fare”, un movimento che si definisce un’alleanza tra Civici, Popolari e Autonomisti uniti per correre alle elezioni comunali della città di Trento.
Questo gruppo è formato da Progetto Trentino di Silvano Grisenti, da Civica Trentina e da Popoli Liberi-Freie Volkers di Paolo Primon.
Lo scopo del movimento: smuovere ed usare le istituzioni per fare il bene della città e della cittadinanza ascoltandola sempre.
I gruppi sono uniti come alternativa alla destra e alla sinistra per proporre, non delle ideologia, non dei grandi personaggi ma dei principi e delle finalità.
Gli ideali che vengono proposti sono quelli che hanno caratterizzato la storia della nostra terra; il principio di autonomia, quello di solidarietà, sussidiarietà e bene comune, le radici cristiane, la famiglia e la valorizzazione dell’iniziativa privata e del lavoro.
Una particolare attenzione viene posta nei confronti della salubrità della città, che ora decaduta, dev’essere ristabilita; intransigente dev’essere anche la lotta alla droga.
“Finalmente la nostra città, la città del consiglio potrebbe avere un sindaco donna” si augura Paolo Primon facendo un augurio al candidato sindaco Silvia Zanetti.
Silvia ringrazia tutti coloro che sostengono la sua candidatura e ribadisce la sua intransigenza nei confronti delle alleanze all’ultimo minuto o con partiti distanti dalle posizioni del movimento.
Il manifesto, l’augurio del movimento è questo:”Il nostro desiderio, per Trento, è quello di una città più sicura, più bella ed attraente, capace di affascinare con la sua storia, i suoi monumenti, la sua vivacità, sia i nostri concittadini, sia i turisti; vorremmo una città accogliente, attenta ai bisogni di chi è più debole, più fragile, in difficoltà. Una città in cui ci siano spazi per gli anziani, come per i giovani, affinchè tutti possano provare un rinnovato senso di appartenenza. Così che i Nostri giovani, invece di avere come obbiettivo, o come necessità, quella di emigrare, possano dire con fierezza:”la Nostra amata città!”, la Nostra comunità.”
Anche Francesco Agnoli ha parlato del manifesto del nuovo movimento: «Abbiamo deciso di presentare oggi un manifesto di principi, e non un programma elettorale. Di programmi ne abbiamo letti molti – ne abbiamo uno anche noi – ma i programmi lasciano un po’ il tempo che trovano: spesso si assomigliano tra loro, parlano un po’ di tutto, in modo più o meno vago… Partiamo dunque con dei principi, perché riteniamo che in politica servono principi, competenze, spirito di servizio. Un po’ come in tutti i lavori».
Secondo Agnoli in una cornice di principi le competenze sono finalizzate ad uno scopo che va oltre quello delle nostre persone, che le supera, che le trascende.
«Certo siamo abituati da tempo ad una politica fatta di grandi personalità. Dopo la crisi delle grandi ideologie abbiamo visto la presenza pervasiva dei leader – ha aggiunto ancora Agnoli – oppure l’apparire di ideologie un po’ fumose, talora anche violente. Per fare capire cosa intendo per ideologia, ricorro ad un esempio, cito un caso locale: un consigliere provinciale, maschio, che ha sostenuto un candidato uomo alle provinciali e che supporta un altro maschio alle comunali (cosa del tutto lecita!), ci ha voluto fare un appunto: “ma perché scrivete sindaco e non sindaca!”. Si guarda il dito e non la luna: abbiamo candidato una donna, qualcuno ama dire “sindaco”, qualcuno preferisce un po’ alla moda “sindaca”, ma farne un motivo di divisione, di scontro, appartiene alla mentalità ideologica, non al riconoscimento di una realtà (che come tale dovrebbe imporsi)».
«Le ideologie, anche se si presentano come progressiste – ha concluso poi – portano contrasti, divisioni, muri; gli ideali, i principi riguardano l’uomo di ieri, di oggi, di domani. Nei nostri principi parliamo ad esempio di promozione della famiglia, una realtà che esiste da sempre, che non scade; parliamo di autonomia, perché la patria è un concetto molto concreto, a differenza di concetti ideologici, come il nazionalismo, da una parte, e il globalismo dall’altra; parliamo di sicurezza e di lotta al degrado, senza farne neppure in questo caso un’ideologia, ma guardando al desiderio di ognuno di vivere in una città dove si possa passeggiare tranquillamente, una città pacifica, serena; parliamo di una città libera dalla droga, perché la libertà da ogni forma di dipendenza è un valore per (quasi) tutti».
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