Società
Le persone si arrendono: smettono di cercare lavoro. Come uscire da questa spirale negativa?

Come abbiamo scritto nell’ultimo articolo, una crisi economica paragonabile a quella di oggi, dovuta all’emergenza COVID-19, risale solo all’anno 2013.
Per sette anni comunque abbiamo stagnato economicamente senza particolari risvolti produttivi e lavorativi degni di nota.
Che cosa può succedere allora nella mente di chi cerca lavoro oggi?
Abbiamo chiesto ad un piccolo campione di persone disoccupate o che hanno appena perso il lavoro che cosa stanno facendo per trovare un’occupazione e molti, in accordo con i dati statistici ufficiali, hanno risposto che hanno smesso di cercare.
Si sono dunque arresi? Si pensi che secondo l’Eurostat, l’Agenzia statistica dell’Unione Europea, nel primo trimestre del 2015, e quindi non in una situazione di emergenza come quella che abbiamo appena vissuto, ben 4,5 milioni di italiani senza lavoro non si sono attivati per cercare un’occupazione e di conseguenza sono stati esclusi dal gruppo dei disoccupati.
In poche parole per ogni 100 persone occupate, 15 hanno cercato lavoro e 20, anche se avrebbero voluto lavorare, hanno smesso di cercare un impiego. Vi è quindi un numero di persone che vivono al limite della sussistenza maggiore di quello che immaginiamo e che purtroppo si arrendono.
Com’è possibile arrivare in questa situazione?
Dal punto di vista psicologico, questo fenomeno potrebbe essere spiegato prendendo spunto dal principio della rana bollente ben descritto e spiegato nel libro “Fattore 1%: Piccole abitudini per grandi risultati” del Dottor Luca Mazzucchelli.
Tale principio si basa su un racconto di una rana che salta per caso in un pentola piena d’acqua appena messa sul fornello acceso. La rana nuota tranquillamente nell’acqua pulita e tiepida che piano piano si riscalda. Quel piccolo animaletto trova la situazione ancora gradevole abituandosi gradualmente all’aumento del calore, ma purtroppo la temperatura continua a crescere, diventando davvero alta, e la povera rana, ormai indebolita e abituata ad un dolore sempre più forte, arriva alla morte.
La rana non ha reagito in quanto ha avuto il tempo di abituarsi, un po’ come le persone che non lavorano o hanno perso la loro occupazione e piano piano non riescono più a reagire, sia per abituazione, come è successo alla rana, sia per impotenza appresa entrando così in uno stato depressivo che li immobilizza sempre più.
Ma cosa significa impotenza appresa?
Questo stato emotivo è stato spiegato dal dottor Seligman che, attraverso esperimenti, ha dimostrato che il cane che non riesce a prevedere l’arrivo di uno stimolo negativo, non reagisce più e resta fermo e inerme al dolore inflitto. Così come il cane di Seligman, anche l’essere umano quando si trova nella situazione in cui non riesce più a reagire o meglio, qualsiasi cosa fa, non riesce a modificare lo stato di sofferenza, smette di attivarsi e quindi, per quanto riguarda la ricerca del lavoro, si ferma e non si adopera più per la propria sistemazione economica.
Si perde la fiducia, si resta a casa preferendo lavorare saltuariamente e in nero. La cosa veramente triste e dolorosa è che l’Italia è diventata la nazione più scoraggiata d’Europa nella ricerca del lavoro.
Come uscire quindi da questo impasse?
Forse come dice la ricercatrice americana Angela Duckworth bisognerebbe diffondere una cultura della grinta che aiuti le persone a non arrendersi di fronte alle avversità. La Duckworth, attraverso una costante ricerca scientifica e molte interviste a persone di successo, ha trovato che cercare un lavoro che corrisponda alle proprie inclinazioni, non solo ci aiuterà ad essere più soddisfatti nella propria occupazione, ma anche nella vita in generale.
Tuttavia per essere persone che agiscono con grinta e raggiungere i propri obiettivi non è importante solo avere un talento o una predisposizione per qualcosa, ma anche avere o sviluppare la perseveranza nel seguire e potenziare tale predisposizione.
Quello che manca oggi più che mai è proprio la perseveranza, basta infatti la presenza di ostacoli, o aver vissuto delusioni, che ci fermiamo rinforzati negativamente anche da chi ci sta vicino e che senza volere ci aiuta a fermarci nella nostra situazione di confort e a rinunciare non solo ad un lavoro, ma a questo punto, anche a vivere.
Non fermiamoci a questo: si può imparare ad essere perseveranti e passo dopo passo giungere dove non avremmo mai immaginato di arrivare e a questo punto essere di esempio agli altri creando una spirale di cambiamento positivo.
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