Trento
Emergenza Covid 19: mamma non vede i figli da 3 mesi, giudice di Trento ordina ai servizi sociali il ripristino degli incontri. Avv. Bussolati: «Sentenza storica e unica in Italia»

Grande successo ieri, venerdì 8 maggio 2020, a Trento per la tutela del diritto dei minori a vivere la propria famiglia d’origine e a vedere rispettati i provvedimenti delle autorità giudiziarie minorili sconvolti ultimamente dagli enti locali, dai Servizi Sociali e dalle cooperative che giustificando, con l’emergenza sanitaria in corso hanno bloccato a data da destinarsi gli incontri protetti tra minori e genitori.
Dopo aver diffidato gli enti collocatari, affidatari, gli enti gestori degli spazi neutri nonché gli enti emananti linee guida per il contenimento del contagio l’Avv. Donatella Bussolati si è rivolta al Tribunale Ordinario di Trento in via cautelare e d’urgenza perché venisse ordinato nel caso di specie al Servizio Socio Assistenziale , alla Cooperativa Progetto 92 e al Dipartimento Salute e Politiche Sociali della Provincia Autonoma di Trento di garantire le visite con educatore e le telefonate senza educatore tra la mamma e i figli come previsto nel Decreto del Tribunale dei Minorenni.
Con una sentenza esemplare, forse la prima in Italia, viene dato totale accoglimento al ricorso e il Giudice dott. Morandini motiva specificando che esistono i presupposti del fumus boni iuris e del periculum in mora come sottolineato nel ricorso dalla difesa della mamma e in particolare “la pretesa azionata si fonda sul decreto del Tribunale , disatteso di fatto dai Servizi Sociali e dagli educatori della Cooperativa Sociale Progetto 92, i quali hanno sospeso gli incontri madre- figli minori a causa dell’emergenza coronavirus. In particolare” specifica il Magistrato “le emergenze sanitarie attuali, non possono giustificare, a parere dello scrivente, la soppressione del diritto della madre ad incontrare i propri figli minori, sempreché, risultata negativa al test, adotti le misure di prevenzione previste dalla normativa vigente”.
Ancora più importante, come vittoria per i diritti dei minori, l’accoglimento dell’altro motivo inserito nel ricorso dall’Avv. Donatella Bussolati: “Quanto al periculum in mora, esso deve ritenersi in se ipsa, giacché sospendere le visite madre-figli in una situazione di allontanamento di questi dal proprio genitore è tale da arrecare un pregiudizio concreto, imminente ed irreparabile a tale relazione, con inevitabili ricadute sulla crescita e sulla sfera affettiva-relazionale degli stesi, i quali vengono privati, ancorché temporaneamente, di una figura imprescindibile di riferimento”.
«Una sentenza esemplare dalla quale si spera – dice l’avv. Bussolati(nella foto) – possano uniformarsi gli orientamenti dei Tribunali a garantire i diritti dei minori alla famiglia e a un controllo dell’operato dei Servizi Sociali che troppo spesso esercitano un potere arbitrario e impositivo che priva nei fatti i minori del contatto con le proprie famiglie d’origine rendendo sempre più fragile la loro relazione e forte il dolore. Esempio disattendere in modo restrittivo/peggiorativo ai decreti in periodo emergenziale».
Gabriella Maffioletti, delegata ADIANTUM e impegnata da anni nella tutela dei minori allontanati, commenta la sentenza dichiarando “bisogna credere nel diritto e lottare insieme seriamente privato sociale, professionisti, politica e istituzioni per garantire il diritto dei minori alla famiglia di origine, garantito dalla Costituzione e dalle norme sovranazionali, contro abusi di potere e prevaricazioni”.
Le famiglie oggetto di allontanamenti spesso sono costrette a subire limitazioni dei loro diritti perché a causa della loro situazione di debolezza dovuta a pre-giudizi formalizzati in relazioni non verificate, questo provvedimento da la speranza di una nuova riflessione che porti ad agire ogni soggetto coinvolto davvero per il superiore interesse del minore secondo regole precise che non diano spazio ad arbitrarietà e senso di onnipotenza.
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