Psicologia dei Diritti
Disabilità fuori e dentro la quarantena. Il caso di Roberto

Si apre con questo articolo un’inchiesta sulla qualità della vita delle persone diversamente abili, non solo in quarantena, ancora obbligatoria per tutti, ma anche in questo periodo storico in cui si sono raggiunti tanti obiettivi per superare gli ostacoli che tali persone incontrano nella vita di tutti i giorni.
Prima di addentrarci nel caso di Roberto (nome di fantasia) ricordiamo che il termine disabilità ci riporta alla condizione di chi ha una ridotta capacità di interagire con l’ambiente rispetto a chi è ritenuto normale.
Si parla anche di persona diversamente abile e questo pone l’accento non sulla mancanza, ma sulla diversità, vale a dire che se si vive la vita in modo diverso si possono ottenere risultati positivi e a volte inimmaginabili, al di là di quello che viene chiamato limite. Ma ora addentriamoci un po’ di più nello specifico: quali sono i disturbi mentali che provocano più disagio in quarantena?
Intervistando alcuni operatori della salute mentale e alcuni parenti di persone con tali disturbi è emerso che mentre chi soffre di ipocondria resta a casa e non esce neanche per azioni necessarie come la spesa, chi soffre di deficit intellettivi non comprende in modo adeguato la realtà per cui occorre continuamente porre loro dei limiti di sicurezza; gli autistici poi hanno bisogno più che mai di sfogarsi all’aria aperta e sarebbe importante, come ha fatto il Comune di Brindisi, aprire un parco dedicato in cui chi ha bisogno di muoversi possa accedere con il proprio educatore responsabile anche delle norme vigenti.
Anche chi soffre di iperattività dovrebbe uscire sempre in forma assistita. Chi invece è portatore di disturbi mentali tali per cui è ricoverato in strutture specializzate ha bisogno di uscire in giardino e di estrema tranquillità.
Ma ecco che dopo questo breve excursus dei deficit mentali in quarantena è interessante porre l’attenzione su un caso specifico che ci porta a comprendere quanto sia importante approfondire le caratteristiche e le condizioni in cui vivono le persone che soffrono di disturbi psichici. Maria (nome di fantasia) racconta al nostro giornale il suo tentativo di avere a casa per Pasqua suo fratello Roberto di 33 anni ricoverato in un appartamento protetto da Dicembre dello scorso anno.
Sembra che il giovane uomo soffra di ansia generalizzata, usi troppo spesso la playstation e sia entrato nel tunnel della ludopatia.
Al desiderio di Roberto di tornare a casa per Pasqua, la sorella Maria si informa presso gli uffici dell’igiene pubblica e apprende che il fratello avrebbe potuto uscire tranquillamente e rientrare nella situazione protetta previo tampone per il COVID-19.
Per il responsabile della struttura invece i due fratelli si sarebbero potuti vedere solo dalla finestra e se Roberto fosse uscito i familiari avrebbero dovuto cercare un’altra struttura in quanto il rischio del contagio sarebbe stato troppo alto.
E’ innegabile il bisogno di riflettere:
- Roberto manifesta un bisogno di rientrare in famiglia per qualche giorno, di vivere la Pasqua con chi ama. Questo può vuol dire che la struttura stava lavorando bene e il ragazzo manifestava un desiderio sano di relazioni significative
- La sorella Maria prima di illudere Roberto sulla possibilità di fare Pasqua insieme, chiede all’ufficio igiene che dà una risposta diversa da quella del responsabile della struttura
- Il responsabile della struttura afferma la pericolosità di un eventuale contagio
Singolarmente tutti i protagonisti di questa storia vera hanno espresso pareri e richieste comprensibili, ma la confusione sussiste con il risultato che Roberto è rimasto in struttura e Maria sta combattendo.
Per quale motivo? Forse vi è bisogno di ordine: se l’ufficio igiene decide su una condotta, le strutture dovrebbero sottostare oppure decidere per accordi generalizzati e ufficializzati per tutti gli ambienti protetti e attivare una adeguata comunicazione per le famiglie prima di eventuali domande e battaglie che creano solo dolore e confusione in chi soffre con conseguente spreco di denaro.
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