Io la penso così…
Coronavirus e “guerra economica”

Egregio direttore,
siamo in periodo di giustificata preoccupazione, innanzitutto per la nostra salute e poi per l’incerto futuro post epidemia, che ci aspetta.
Noi speriamo di riprendere le nostre abitudini, comportamenti, rapporti sociali, economici che caratterizzano la nostra società, pensando che questa epidemia, non sia altro che una parentesi nel nostro normale trend di vita.
E’ questo un errore: infatti, dobbiamo fare un profondo esame di coscienza e valutare se il nostro modo di vivere è stato finora compatibile con l’ecosistema, di cui facciamo parte, oppure ha raggiunto il limite di sostenibilità.
Se è vero che noi siamo sempre in progresso tecnologico, sociale, evolutivo, dobbiamo fare tesoro delle esperienze vissute e che viviamo tutti i giorni, che come vediamo, hanno portato a questa situazione. Il nemico che dobbiamo combattere è si il coronavirus, ma contemporaneamente anche un altro virus, che vive in noi stessi. E’ un morbo contagioso generato dalla “guerra economica” che inconsciamente stiamo combattendo sempre con più accanimento.
La “guerra economica”, secondo wikipedia è il termine per le politiche economiche intraprese come parte delle operazioni militari e segrete in tempo di guerra.
Lo scopo della guerra economica è quello di catturare risorse economiche essenziali in modo che i corpi militari e le agenzie di intelligence non siano in grado di operare in piena efficienza o di privare le forze nemiche di tali risorse in modo da ostacolarne le capacità operative.
Ma c’è un altro significato, molto più deleterio della “guerra economica armata”.
Nella “guerra economica” non si distruggono le cose materiali, ma il corpo, l’anima, la volontà, la speranza nelle persone.
Ma cos’è una nuova malattia? Peggio. Apparentemente non ha sintomi e non servono medicinali per prevenirli e curarli. Attacca lentamente, subdolamente, subliminalmente.
Allora è un pandemia. Peggio. Non colpisce in modo diffuso, o meglio colpisce tutti, ma non nello stesso modo e nello stesso momento. Si manifesta nelle persone adulte, generalmente dopo i 20 anni, in certi casi anche prima, ma si è contagiati già nell’infanzia.
I genitori ignari trasmettono il contagio ai propri figli, che salvo rarissime eccezioni, percepiscono ed assimilano in poco tempo, anche perché sembra faccia parte del nostro vivere, sembra un tassello del nostro DNA.
Si, perchè la “guerra economica” non è una condizione sociale, un momento storico, ma uno stato d’animo che invade la nostra mente, tutto il nostro essere, che si manifesta in tutti i giorni, nelle azioni, nel lavoro, nei rapporti con i nostri simili, nei comportamenti. Insomma pervade la nostra vita fino al punto di pensare di non poterne più farne a meno.
Il nostro essere, nato libero e bisognoso solo dell’essenziale, cibo, salute e della fede in Dio, poco a poco è pervaso da un desiderio di competizione, di individualismo, di immagine. Il nostro vicino, persino il nostro amico diventa un concorrente da cui bisogna diffidare e cercare di carpire i suoi saperi per migliorare i nostri e quindi di superarlo.
Impariamo ben presto ad usare le armi per combattere questa guerra economica. Ce ne sono di tutti i tipi più o meno potenti, ma tutte efficaci ed adattabili alle circostanze: competizione, invidia, arroganza, individualismo, protagonismo, egoismo…ecc
“Ma insomma cosa c’è di anomalo, di male”….chiunque potrebbe chiedersi. E sono la maggioranza che se lo chiedono. Questo, è il primo sintomo conclamato del contagio!
Cosa fare? La soluzione sta dentro di noi,…..pensiamoci in questo periodo di forzata calma e approfittiamo per programmare il nostro futuro in sintonia con il concreto senso della nostra vita su questo pianeta!!
Virgilio Rossi – Consulente in comunicazione e valorizzazione ambientale
Potete inviare le email al direttore da inserire nella rubrica «io la penso così» scrivendo a: redazione@lavocedeltrentino.it
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