Val di Non – Sole – Paganella
All’ospedale di Cles 27 pazienti Covid. Il dottor Renzo Franch: «Siamo in una fase di equilibrio. Le misure di distacco sociale stanno dando i frutti sperati»

Tra gli ospiti della conferenza stampa da parte della task force provinciale andata in scena stasera, c’era anche il dottor Renzo Franch, direttore dell’unità operativa medicina interna e pronto soccorso dell’Ospedale “Valli del Noce” di Cles, che ha raccontato come, all’interno della struttura clesiana, si stia affrontando l’emergenza legata al Coronavirus.
“Anche qui a Cles ci siamo riorganizzati fin da subito grazie alla collaborazione con la direzione medica, con quella infermieristica, con l’ufficio tecnico – ha rivelato Franch –. Siamo stati ben supportati dalla direzione aziendale per quanto riguarda il personale, l’approvvigionamento di dpi e attrezzature mediche”.
Il dottor Franch ha raccontato come sia stato di fatto liberato completamente il terzo piano, trasformandolo in ospedale per pazienti Covid. “Abbiamo da subito allestito 6 posti per pazienti che arrivano in pronto soccorso e sono in attesa di tampone – ha proseguito il direttore –. Nel contempo possiamo contare su 35 posti letto di degenza ordinaria, di cui 6 riservati ai pazienti che necessitano di un trattamento di maggiore intensità con supporto ventilatorio non invasivo”.
Alla luce dell’aumento dei contagi, e viste le necessità di allestire altri posti, nei giorni scorsi sono stati predisposti ulteriori 30 posti letto nei reparti ortopedia e chirurgia, che per fortuna non sono ancora utilizzati.
“Attualmente abbiamo 27 pazienti ricoverati di cui 3 in terapia non intensiva, quindi in ventilazione – ha spiegato il dottor Franch –. Le misure di distacco sociale stanno dando i frutti sperati. Siamo in una fase di sostanziale equilibrio. Vediamo che da un paio di giorni i dimessi sono superiori ai pazienti che devono essere ricoverati”.
A fare la differenza, spesso, è il forte spirito di coesione. “Tutto il lavoro portato avanti – ha detto ancora Franch – è frutto della collaborazione da parte di tutti i professionisti sanitari coinvolti. Con grande coraggio e senso di responsabilità tutti si sono messi a disposizione, apprendendo competenze nuove. Grazie a questo spirito di sacrificio e collaborazione in questo momento viviamo una situazione di tranquillità, stiamo gestendo al meglio le varie necessità”.
L’ospedale di Cles è un centro importante, al quale fanno riferimento le comunità delle Valli del Noce. “L’ospedale di Cles è il terzo ospedale della Provincia dopo Trento e Rovereto – ha aggiunto il direttore –. Era quindi inevitabile che sarebbe stato coinvolto in prima linea nell’emergenza”.
Franch ha voluto poi sottolineare l’aspetto “umano” della professione, che in momenti d’emergenza come questo risulta di fondamentale importanza.
“Al di là dei numeri vorrei ricordare un aspetto imprescindibile della nostra professione, quello che riguarda il rapporto umano. I pazienti Covid sono persone estremamente fragili, sia dal punto di vista clinico, che, soprattutto, dal punto di vista umano. Sono pazienti che improvvisamente, dall’oggi al domani, sono stati isolati, senza nessuna possibilità di contatto con l’esterno – ha raccontato il dottor Franch –. Vedono un via vai di persone vestite tutte uguali. È una situazione estremamente difficile e stressante dal punto di vista emotivo. Per questo fin dall’inizio ci siamo adoperati per gestire al meglio questa criticità. Abbiamo scritto nome e cognome degli operatori sui camici, in modo che ci identificassero subito”.
“Ormai ci conoscono e ci chiamano tutti per nome – ha detto in conclusione Franch –. Grazie alla generosità di alcune persone abbiamo ricevuto due tablet con i quali possiamo fare delle videochiamate con i familiari. Abbiamo anche attivato dei percorsi di riabilitazione grazie all’aiuto dei fisioterapisti. Non solo i più anziani, ma anche i pazienti giovani, hanno bisogno di essere riattivati dal punto di vista motorio”.
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