Trento
Emergenza coronavirus: le preoccupazioni della sinistra? Le autocertificazioni maschiliste

La preoccupazione della sinistra in questi giorni di emergenza? Inserire una o/a nei moduli di autocertificazione.
Ma come si fa a non aver dato spazio a questa priorità sin dalla prima edizione di un modulo arrivato alla sua quarta edizione? Davvero inaudito.
Ad accorgersi di questo ingiustificato sgarro è stato il collettivo femminista “Non una di meno” che ha denunciato questo ennesimo atto di maschilismo sulla propria pagina Facebook chiedendo un’immediata riedizione in versione inclusiva: “I modelli di autocertificazione si susseguono, ma sono tutti rigorosamente declinati al maschile.”
Ma come è possibile che il Ministero degli Interni abbia commesso questo imperdonabile errore pur nell’emergenza di questi giorni?
E se per ipotesi si trattasse di maschile universale che nella lingua italiana corrisponderebbe ad un genere neutro?
Ma non prendiamoci in giro si tratta invece di un chiaro segnale di chi sia a dominare e a perpetrare uno status quo.
Ma c’è una soluzione immediata. Il collettivo mette a disposizione una versione dell’autocertificazione con gli asterischi al posto delle desinenze: un contributo concreto al miglioramento della qualità della vita degli italiani in quarantena. Naturalmente usiamo l’ironia per denunciare una cosa talmente assurda in questo periodo di emergenza da far venire i brividi anche agli stessi elettori della sinistra.
Vabbè in questi giorni di noia casalinga molto può essere concesso, solo che a rilanciare la campagna del collettivo “ Non una di Meno” scende in campo Laura Boldrini deputata di Leu ora passata al PD, anche lei in piena crisi sanitaria ha scoperto la vera emergenza: i moduli per l’autocertificazione maschilisti.
Un caso di mancata sensibilità di genere per il quale si potrebbe chiedere la testa di qualche ministro o il licenziamento di qualche funzionario.
Sotto lo screenshot della personale autocertificazione delle femministe ad oltranza. L’abbiamo messo perchè il movimento «Non una di meno» ha la tendenza a rimuovere certi contenuti quando arriva la shitstorm (bufera nella rete), cosa che è avvenuta anche stavolta a fronte della tanto vituperata ed eterna coerenza
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