La Voce della FAI CISL
Fai Cisl Trentino, Bastiani: «Dopo l’emergenza il lavoro agricolo diventa opportunità per i tanti disoccupati»

L’emergenza coronavirus pone fin da subito il problema di pianificare la ripartenza e in tutti i settori.
Quello dell‘agricoltura è senza dubbio uno dei più sensibili perché impiega soprattutto lavoratori stranieri per lo più dell’Europa dell’est che subiranno delle limitazione negli ingressi e l’obbligo di quarantena.
Il grande rischio è quindi quello che non ci sia mano d’opera nei lavori agricoli, soprattutto nelle grandi campagne di raccolta, nel momento decisivo della ripartenza del mercato.
In questi giorni il problema è balzato all’attenzione della Fai Cisl Trentino che è in prima linea da sempre nella tutela dei lavoratori ma, che in questo caso condivide le preoccupazioni della aziende agricole.
Ne abbiamo parlato con il segretario del sindacato Fulvio Bastiani (foto)
Si parla di un piano straordinario?
«Si, sperando chiaramente che l’emergenza sanitaria possa terminare il prima possibile, si deve ragionevolmente programmare un piano straordinario per reclutare lavoratori trentini, garantendo loro un reddito dignitoso e una copertura previdenziale adeguata, che soprattutto per periodi di lavoro più lunghi non si può certamente garantire attraverso i voucher».
Il tavolo verde in tal senso potrebbe aiutare?
«Certamente. Siamo pronti a dare il nostro contributo come organizzazioni sindacali di categoria abbiamo scritto all’assessore Giulia Zanotelli per chiedere di essere coinvolti nel tavolo verde istituito nel 2019 poiché comprendiamo e condividiamo la preoccupazione dell’aziende agricole.»
Avete pensato alla stima di quanti lavoratori serviranno qui in Trentino?
«Con la speranza che non si verifichino gelate primaverili che purtroppo in passato hanno compromesso il raccolto, si stima che vi sia la necessità di almeno 10.000 lavoratori che si occupino delle varie mansioni in agricoltura, che vanno dalla preparazione degli impianti per i piccoli frutti a tutta una serie di lavorazioni, tipiche del settore. Esiste quindi la necessità di far incontrare domanda e offerta anche attraverso il sostegno dell’agenzia del lavoro e la collaborazione dell’ente bilaterale agricolo Trentino».
Avete già pensato come fare per raggiungere questo obiettivo a breve?
«Come sindacato è noto siamo contrari all’utilizzo dei voucher poiché il lavoro in agricoltura e già per se stesso molto flessibile basti ricordare che si pagano i lavoratori stagionali ad ora e e gli stessi di conseguenza possono essere sospesi in qualsiasi momento. Riteniamo inoltre che questa sia una fase diversa proprio per l’eccezionalità della situazione. Ai tanti lavoratori disoccupati o che lo saranno in seguito all’emergenza coronavirus (penso in particolare al settore del turismo stagionale ) si può dare un’opportunità per risolvere una parte importante del problema».
L’allungamento della stagione lavorativa in questo caso potrebbe aiutare?
«Senza ombra di dubbio. A queste persone giova ricordare che ormai la stagione agricola in Trentino si è di molto allungata se consideriamo che già maggio si può partire con la raccolta delle fragole dei piccoli frutti, può proseguire con la vendemmia e la raccolta autunnale delle mele sempre più anticipata visti i cambiamenti climatici. Da ciò ne consegue una reale possibilità per molti lavoratori disoccupati di occuparsi nel settore complessivamente per non meno di quattro mesi garantendosi così il diritto alla copertura previdenziale e la possibilità di presentare la richiesta di disoccupazione agricola cosa che con i voucher non è assolutamente possibile fare. Quindi oltre alle tutele contrattuali, alla certezza di lavorare in sicurezza, ai lavoratori si darebbe anche la possibilità prestando la loro opera per almeno 102 giornate contributive complessive, di vedersi riconoscere un anno di contribuzione ai fini pensionistici. Un bell’incentivo in un periodo tanto delicato.
E per i periodi più corti?
«In questo caso si potrebbero coinvolgere anche chi attualmente può sospendere la naspi o la cassa integrazione, garantendosi così un maggior reddito».
Si va quindi verso una grande sinergia sindacato – aziende agricole?
«La Fai Cisl del Trentino, comprendendo le difficoltà oggettive delle aziende agricole, si mette a disposizione per lavorare insieme e trovare le giuste soluzioni, proprio perché ci sta a cuore il settore. E se da una parte con poche spiegazioni anche i lavoratori inesperti potranno affrontare la raccolta dei piccoli frutti delle miele o la vendemmia ci sono altre figure professionali che necessitano di un minimo di formazione per lavorare in agricoltura».
E per la questione della Malghe e dei lavori nella stalle?
«La questione va affrontata in modo diverso, in questo caso sono occupazioni che tradizionalmente negli ultimi anni sono state garantite da lavoratori stranieri».
Secondo il segretario della Fai Cisl Trentino sarà strategica l’eventuale convocazione al tavolo verde orchestrato dall’assessora Giulia Zanotelli: «Passata l’emergenza sanitaria il lavoro agricolo può effettivamente rappresentare una nuova opportunità per i tanti disoccupati» – conclude Fulvio Bastiani
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