Trento
(Quasi) tutti in casa: immigrati ancora in giro per Trento. Ecco come l’Italia rischia la bomba sanitaria

Tutti in casa? In effetti, non tutti. Il problema del contenimento del contagio da Coronavirus a Trento, così come in tutta Italia, ha un fattore (bomba) in più.
Al netto degli eroi contemporanei costretti ad andare al lavoro o ad aiutare il prossimo in una situazione che definire drammatica è poco, sono infatti centinaia le persone che, anche in Trentino, non completamente consapevoli di quanto sia importante oggi uscire meno possibile dalla propria abitazione a causa dell’emergenza pandemia da Covid-19, eccedono nelle passeggiate quotidiane.
A ciò si aggiunge la minaccia, perché così è il caso di chiamarla, degli assembramenti di immigrati che ogni giorno popolano diversi angoli della città.
Si spostano in piccoli gruppi da una strada all’altra, sostano nei parchi per ore, li possiamo anche scorgere in coppia nei supermercati e nei negozi di alimentari, all’esterno delle strutture ricettive ormai chiuse dal decreto governativo o più semplicemente a zonzo per la città. Raramente da soli.
Un fenomeno questo che assieme a quello dell’arroganza dei menefreghisti nostrani, costituisce una seria promessa di male (torniamo a ribadirlo senza vergogna alcuna) per la Salute pubblica.
Nessun rispetto per le misure di prevenzione dal contagio stabilite dai decreti firmati da Conte dunque: il tutto si risolve in un ‘ammasso’ nelle piazze e nei parchi cittadini mentre il resto del capoluogo e d’Italia deve chiedere il permesso per andare a fare la spesa o portare a spasso il proprio cane.
Ecco come il Belpaese rischia allora la bomba sanitaria: tra i potenziali asintomatici ‘untori’ incuranti delle regole ci sono anche loro.
E vanno fermati per la propria e l’altrui sicurezza. A cominciare dal visitare quei parchi resi inaccessibili ai nostri concittadini (coppie, singoli, famiglie con bambini) perché transennati in emergenza dalle autorità.
Oggi in tal senso alla Portela come sempre non ci siamo fatti mancare nulla. Davanti al solito negozio di frutta e verdura si erano assembrati fino a 20 africani tutti in gruppo. All’arrivo della Polizia Locale c’è stato un fuggi fuggi generale. Quattro di loro però sono stati bloccati e denunciati all’Autorità giudiziaria per la contravvenzione inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. (foto di oggi)
Molti di loro sono degli spacciatori che riforniscono italiani spesso minorenni che ritornano all’interno delle loro famiglie ignare della tossicodipendenza del figlio. Quindi la possibilità della trasmissione della malattia è alta. Il rischio diventa ancora più alto quando le ragazze in cambio di una dose vendono il loro corpo allo spacciatore di turno.
Una bomba sanitaria che può mettere completamente in ginocchio un paese che sta combattendo contro il coronaVirus la madre di tutte le battaglie, mentre nonostante venga confermato che in 17 paesi africani il virus è presente non si fermano ancora gli sbarchi nel sud Italia
Le foto sono state scattate stamane in piazza Fiera e al parco di santa Chiara
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