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Villazzano: stasera la serata dedicata alla tragedia di Černobyl

Presso la sala Civica sopra il Teatro di Villazzano a partire dalle ore 20.00 ospiterà questa sera una serata sul tema “ Chernobyl è entrato nella nostra vita e ci è rimasto”, organizza l’associazione Villazzano Solidale in collaborazione con la circoscrizione di Villazzano.
Interverranno i fisici nucleari Mirco Elena e Aldo Valentini; il fotografo giornalista Sandro Botto ed in conclusione di serata sarà offerto un rinfresco.
Era il 26 aprile 1986 quando alle ore 1.23 e 40 secondi del mattino, presso la centrale nucleare V.I. Lenin, situata in Ucraina settentrionale (che all’epoca faceva parte dell’Unione Sovietica), a 18 chilometri da quella di Černobyl e a 16 dal confine con la Bielorussia, ci fu l’esplosione.
È stato il più grave incidente nucleare mai verificatosi in una centrale nucleare e uno dei due incidenti classificati come catastrofici con il livello 7 (massimo della scala INES) dall’IAEA, insieme all’incidente avvenuto nella centrale di Fukushima Dai-ichi nel marzo 2011.
Un disastro ambientale gravissimo il cui ricordo è rimasto intatto negli anni.
L’esplosione del reattore uccise due addetti della centrale, un terzo morì di trombosi coronarica. Tra il personale e i primi soccorritori, 134 persone furono ricoverate per gli effetti acuti delle radiazioni; 28 morirono nelle prime settimane, altri 19 negli anni seguenti. Fra i civili, più di 4 mila persone, in gran parte bambini e adolescenti, hanno contratto un cancro alla tiroide, che ha causato 15 vittime. La sorveglianza epidemiologica si è però fermata al 2002, sebbene le persone continuino ad ammalarsi.
Nel complesso, le morti accertate sono dunque 65, ma purtroppo si tratta soltanto della punta dell’iceberg. La gran parte delle vittime si avrà infatti per gli effetti a lungo termine delle radiazioni, destinati a manifestarsi in forma di tumori e leucemie
Le associazioni antinucleariste internazionali, fra le quali Greenpeace, presentano una stima fino a 6.000.000 di decessi su scala mondiale nel corso di 70 anni, contando tutti i tipi di tumori riconducibili al disastro secondo il modello specifico adottato nell’analisi.
Il gruppo dei Verdi del parlamento europeo, pur concordando con il rapporto ufficiale ONU per quanto riguarda il numero dei morti accertati, se ne differenzia e lo contesta sulle morti presunte, che stima piuttosto in 30 000-60 000
Le cause furono indicate variamente in gravi mancanze da parte del personale, sia tecnico sia dirigenziale, in problemi relativi alla struttura e alla progettazione dell’impianto stesso e della sua errata gestione economica e amministrativa.
Nel corso di un test definito “di sicurezza”, il personale si rese responsabile della violazione di svariate norme di sicurezza e di buon senso, portando a un brusco e incontrollato aumento della potenza (e quindi della temperatura) del nocciolo del reattore n. 4 della centrale: si determinò la scissione dell’acqua di refrigerazione in idrogeno e ossigeno a così elevate pressioni da provocare la rottura delle tubazioni del sistema di raffreddamento del reattore.
Il contatto dell’idrogeno e della grafite incandescente delle barre di controllo con l’aria, a sua volta, innescò una fortissima esplosione, che provocò lo scoperchiamento del reattore e di conseguenza causò un vasto incendio.
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