Trento
Polizia Penitenziaria: catturato a Trento Luigi Marangolo, evaso dal carcere di Verona

Nell’ambito di una attività di polizia Giudiziaria, coordinata dal Nucleo Investigativo Centrale (NIC) della Polizia Penitenziaria, gli uomini del nucleo regionale del NIC di Padova, con il supporto operativo del personale di Polizia penitenziaria di Trento, hanno catturato Luigi Marangolo, evaso ieri dalla Casa Circondariale di Verona.
Le indagini, coordinate dal NIC che ha immediatamente predisposto il piano operativo di ricerca, sono scattate subito dopo il mancato rientro del detenuto dal permesso, senza scorta, ottenuto per poter partecipare ai funerali del padre in Calabria.
Il nucleo regionale del NIC di Catanzaro, a seguito di attività investigativa, ha indirizzato le attività di ricerca dell’evaso nella città di Trento, ove appunto è stato arrestato dalla Polizia penitenziaria mentre si accingeva a lasciare l’ospedale dove si era recato per reperire, presumibilmente, del metadone.
Le varie sinergie investigative nell’attività di ricerca hanno consentito che si mettesse immediatamente fine alla breve latitanza del detenuto, che è stato subito condotto alla Casa Circondariale di Trento a disposizione del PM di turno per rispondere del reato di evasione.
Le indagini sono state dirette dalla Procura della Repubblica di Verona.
E’ stato catturato, nell’ambito di una attività di polizia Giudiziaria coordinata dal Nucleo Investigativo Centrale (NIC) della Polizia Penitenziaria, gli uomini del nucleo regionale del NIC di Padova, con il supporto operativo del personale di Polizia penitenziaria di Trento, Luigi Marangolo, evaso venerdì dalla Casa Circondariale di Verona.
“Brillante è stata l’operazione di servizio che ha portato alla cattura dell’evaso”, evidenzia Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “Io credo che sia davvero giunta l’ora di affidare al Corpo di Polizia Penitenziaria gli uomini ed i mezzi necessari per assicurare il controllo dei soggetti detenuti ammessi a misure alternative, area penale esterna, permessi premio: parliamo, complessivamente, di più di 110mila persone coinvolte nell’esecuzione della pena in Italia”.
Capece sostiene che si rende opportuno “predisporre al Ministero della Giustizia un urgente“tavolo tecnico” di tutti gli attori in causa, Magistratura, Autorità penitenziarie, Polizia Penitenziaria per mettere in campo, con la competenza e il contributo di tutti, una strategia comune, capace di rispondere in maniera più incisiva alle esigenze di sicurezza delle strutture e anche del territorio, dal momento che taluni detenuti che non rientrano ad esempio dal permesso, di sicuro rientrano nel loro territorio a delinquere!! E questo, per una società civile, non è ammissibile, tollerabile!”.
Per il SAPPE “nel primo semestre dell’anno 2019 si sono verificate, nelle carceri italiane, 5 evasioni da istituti penitenziari, 23 evasioni da permessi premio, 6 da lavoro all’esterno, 10 da semilibertà e 18 mancati rientri di internati. Dati minimi, rispetto ai beneficiari. Questo non deve però inficiare l’istituto della concessione delle ammissioni al lavoro all’esterno o dei permessi ai detenuti. Serve, piuttosto, un potenziamento dell’impiego di personale di Polizia Penitenziaria nell’ambito dell’area penale esterna. A nostro avviso è fondamentale potenziare i presidi di polizia sul territorio – anche negli Uffici per l’Esecuzione Penale esterna -, potenziamento assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, delle ammissioni al lavoro all’esterno, degli arresti domiciliari, dei permessi premio, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale. E per farlo, servono nuove assunzioni nel Corpo di Polizia Penitenziaria, La sicurezza dei cittadini non può essere oggetto di tagli e non può essere messa in condizione di difficoltà se non si assumono gli Agenti di Polizia Penitenziaria”.
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