Trento
Oggi in Cristo Re, ad un anno dalla sua morte, la messa in memoria di Antonio Megalizzi

Ad un anno dall’attentato in cui rimase coinvolto, al mercatino di Natale di Strasburgo, il silenzio è forse il modo migliore per ricordare Antonio Megalizzi.
Oggi 14 dicembre 2019 alle ore 18.00, presso la chiesa di Cristo Re, il rione dove Antonio risiedeva, è stata celebrata dall’arcivescovo Lauro Tisi una messa nella sua memoria.
Come si ricorda l’11 dicembre 2018 caddero in cinque sotto i colpi del giovane attentatore Chérif Chekatt, coetaneo di Antonio.
Accanto al giovane di famiglia calabrese ma da sempre vissuto a Trento c’era l’amico del cuore Bartek, pure ferito mortalmente alla testa.
Il cuore di Antonio cesserà poi di battere il 14 dicembre, dopo tre giorni di agonia.
A presiedere l’eucarestia in suffragio è stato l’arcivescovo Lauro Tisi, accanto al parroco don Mauro Leonardelli.
«A un anno dalla morte di Antonio, resta il peso inguaribile della sua assenza. Mamma Anna Maria, papà Domenico, Federica e Luana, i tanti amici e colleghi e questa stessa comunità fanno i conti ogni giorno con una ferita incomprensibile e violenta. Un anno dopo, tuttavia, intravvediamo con maggiore chiarezza la via che Antonio ci ha indicato» – ha iniziato così la sua omelia Lauro Tisi.
Il Vescovo ha sottolineato come la via indicata non contempli muri ma porte aperte e che «Il tempo è troppo prezioso per passarlo da soli. La vita troppo breve per non donarla a chi ami».
Tisi ha inoltre ricordato che questa via appare perdente: «I dubbi del Battista attraversano i nostri giorni, segnati da prove di forza, violenza in tutte le sue forme, parole di esclusione, di intolleranza che sfociano in vero e proprio razzismo, a cominciare dagli spalti degli stadi. A questo conduce la narrazione prevalente, rendendo faticoso dar credito all’ansia di rinnovamento» e ha applaudito l’iniziativa della fondazione nata nel suo nome: «la Fondazione nata a suo nome, ha il compito di farne memoria attiva, aiutando – come è scritto nelle motivazioni – a favorire l’apprendimento, la promozione di una cultura della legalità, del rispetto della persona, della convivenza civile, del rifiuto di ogni forma di violenza”. Il “sogno” di Antonio – non a caso titolo del libro biografico scritto su di lui – era proiettato sul domani. Il sogno di una famiglia, di un lavoro, il sogno di parole attendibili, che tornino a raccontare verità e aiutino a uscire dal dubbio. Per diventare cercatori della luce, passare oltre la cronaca e le grida mediatiche, per abbracciare il campo della vita».
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione in memoria di Antonio: «A un anno dal brutale assassinio, il ricordo e la testimonianza di vita di Antonio Megalizzi costituiscono ancor più un segno assai significativo per il nostro Paese. Un giovane giornalista, appassionato del proprio lavoro, fiero di essere cittadino italiano ed europeo, è stato strappato ai suoi affetti e all’ impegno in cui spendeva il suo talento da mano terrorista, armata di fanatismo e di violenza. Proprio i giovani, che pagano il prezzo più alto all’ intolleranza, all’ odio, all’ integralismo, rappresentano la maggiore risorsa per sconfiggere il terrorismo; e, per raggiungere questo traguardo di civiltà, è necessaria non soltanto l’ azione determinata e responsabile delle istituzioni, ma anche una mobilitazione delle coscienze con un forte senso di solidarietà. Come sottolineava costantemente, l’ Europa è la vera chiave del nostro futuro. Al pari di tanti suoi coetanei che si sentono europei, avvertiva come irragionevoli le barriere che vengono frapposte nel percorso di integrazione. In questo giorno di memoria, la Repubblica si stringe ai familiari e agli amici di Antonio Megalizzi e ricorda il suo impegno per gli ideali basati sui principi della Costituzione»
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