Trento
Copertura previdenziale degli Amministratori locali: la Regione sana la disparità di trattamento che subivano i lavoratori autonomi rispetto ai dipendenti.

E’ stato approvato dal Consiglio regionale l’articolo 3 della manovra di bilancio 2020, contenente le normative riguardanti gli Enti locali.
L’Assessore regionale agli Enti Locali, Claudio Cia, esprime soddisfazione per aver portato a termine una serie di norme dedicate agli amministratori comunali, in tempo utile per il prossimo turno generale delle elezioni amministrative previste il 3 maggio 2020.
Il testo introduce una forma di previdenza integrativa per sindaci, vicesindaci, assessori comunali e presidenti di comunità di valle, che non siano lavoratori dipendenti.
«L’obiettivo – spiega l’Assessore – era sanare una disparità di trattamento. Attualmente infatti solo i lavoratori dipendenti potevano ricoprire determinate cariche amministrative negli Enti locali senza dover subire una perdita di contributi previdenziali o di reddito, come inevitabilmente accadeva per gli amministratori locali che fossero lavoratori autonomi o liberi professionisti, si pensi ad artigiani, contadini, architetti, farmacisti, commercianti… Del tutto privi di copertura previdenziale risultavano poi gli amministratori locali che non esercitavano attività lavorativa, ad esempio una casalinga, uno studente, o un disoccupato. Da qui l’azione dell’Assessorato regionale per garantire a tutti i cittadini condizioni di eguaglianza nell’accesso alle cariche elettive e incentivare i cittadini a impegnarsi per la propria comunità».
Con l’approvazione della manovra di bilancio regionale 2020 verrà introdotta inoltre una “indennità di fine carica“, equivalente al trattamento di fine rapporto destinato ai lavoratori dipendenti, per i sindaci che si impegneranno a tempo pieno nel loro ruolo.
L’indennità di fine mandato esiste già dal 2000 nel resto dei Comuni italiani.
Le novità approvate oggi si aggiungono a quanto già votato dal Consiglio regionale nel luglio di quest’anno in occasione dell’assestamento di bilancio, ovvero il ripristino del 7% che era stato tagliato anni fa, facendo tornare le indennità degli amministratori ai livelli del 2010. «Va detto che rispetto ad allora – evidenzia l’Assessore – vi è stata una drastica spinta alla riduzione del numero dei Comuni e di conseguenza anche di sindaci e assessori che ha generato risparmi per oltre 2 milioni all’anno, solo considerando il minor numero di amministratori» (solo in Trentino, ad esempio, da 223 comuni si arriverà l’anno prossimo a 166).
Nonostante questi interventi, certamente migliorativi, non tutti i sindaci trentini arriveranno ai 1.400 euro netti al mese indicati a livello nazionale per i piccoli municipi (circa 20 non arriveranno neppure a 1.400 euro lordi) e rimane il nodo della notevole differenza di compensi fra Trentino e Alto Adige. «Fino ad ora abbiamo lavorato con l’obiettivo di introdurre queste migliorie prima del turno generale delle elezioni amministrative del 2020 – spiega l’Assessore Cia -, nei mesi a venire vedremo se ci saranno i margini per valutare possibili modifiche all’impianto generale».
«Fare il sindaco, anche di un piccolo comune, è un lavoro a tempo pieno – evidenzia l’Assessore –, si è tutti i giorni in prima linea per risolvere problemi concreti, con un impegno in termini di tempo, sacrifici personali e responsabilità che spesso non sono commisurati alla retribuzione. Nell’ultimo decennio le amministrazioni comunali hanno dovuto fare i conti con il costante calo delle risorse, mentre le incombenze sono aumentate, facendo crescere notevolmente il peso dell’amministrazione quotidiana. Con questi interventi volgiamo dimostrare che la Regione riconosce l’importanza di questo ruolo»
Sull’argomento è intervenuto anche il governatore della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti: «Come Giunta provinciale abbiamo incontrato molte amministrazioni comunali – commenta Fugatti – ed un tema pressoché comune fra le diverse istanze che ci sono state sottoposte dai sindaci riguarda proprio il funzionamento della macchina amministrativa che può risultare ingestibile proprio in ragione della complessità della materia spesso in rapporto alla dimensione stessa delle municipalità. Ma noi abbiamo sempre detto che la sopravvivenza dei comuni è la sopravvivenza stessa del Trentino che ha sempre valorizzato le autonomie locali».
«Ecco – continua Fugatti – perché credo che l’emendamento approvato oggi metterà gli amministratori locali nella condizione di operare al meglio. Da tempo il tema era al centro della discussione politica, segno che la materia andava riformata, passando per la qualificazione ulteriore di una figura di estrema importanza per il buon funzionamento di un’amministrazione locale. In questo modo i sindaci potranno contare su figure di qualità e in grado di supportarli al meglio nella loro azione amministrativa»
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