Trento
Le scuole medie Pedrolli di Gardolo incontrano i migranti. Ma non tutti i genitori sono d’accordo

Di certo la scuola non dovrebbe veicolare posizioni politiche o ideologiche, specialmente alle elementari ed alle medie, frequentate dai ragazzi più piccoli che dovrebbero crescere senza influenze esterne.
Succede invece che in una scuola trentina, nello specifico una terza classe delle scuole medie Pedrolli, il consiglio di classe nell’ambito dei progetti didattici per la geografia, intenda promuovere tre incontri con alcuni migranti che illustreranno il loro stato di provenienza.
Ora avendo verbalizzato “stato” minuscolo l’intenzione sarà forse quella di parlare della loro condizione sociale? Non lo crediamo.
Come non crediamo nemmeno che protagonisti di quegli incontri saranno cittadini romeni, polacchi o albanesi e probabilmente la giusta interpretazione è quella di un genitore che allarmato, ha reso pubblico quanto deciso dal Consiglio di Classe: “Volevo segnalare che tra i progetti del verbale del consiglio di classe di una terza delle medie Pedrolli di Gardolo, c’è un incontro con alcuni migranti, che racconteranno le loro storie… Non mi sembra corretto organizzare lezioni con chiaro messaggio politico usando la scuola pubblica”.
Una denuncia in tal senso, e più esplicita, arriva anche da un altro genitore: «Mio figlio frequenta la terza alle Pedrolli, e guarda caso, – spiega il genitore – l’insegnante di Geografia e’ stata da me segnalata al Dirigente e alla provincia per palesi opinioni politiche e la scorsa settimana, ha invitato I ragazzini di terza ad unirsi al movimento delle Sardine. Io ho già affrontato questo personaggio, ancora una parola di carattere politico e mi rivolgerò alle autorità competenti, questo e’ ciò che ho trasmesso a chi di dovere».
Già, proprio così dovrebbe essere ed invece in uno Stato (con la S maiuscola) nel quale a volte il corpo insegnanti è su posizioni di sinistra anche estrema, può succedere proprio così.
Nonostante non ci siano ormai più dubbi sul business dell’immigrazione e sul fatto che solo il 10% abbiano ricevuto lo status di profugo, ecco che c’è ancora chi intende propinare storie lacrimevoli, ma anche avventurose ai dei ragazzini che ne potranno restare influenzati.
Un’unica possibilità. Nel verbale non si indica la nazionalità dei migranti ed allora il genitore si potrebbe anche allarmare per nulla.
Chissà magari alle Pedrolli potrebbe essere invitato un giovane ricercatore universitario russo che racconterà ai ragazzini la vita dei loro coetanei russi.
Oppure un polacco che illustrerà le tradizioni cattoliche del suo popolo. O ancora un rumeno che potrà raccontare la conquista della democrazia dopo la caduta del dittatore Ceaușescu.
Il timore è che invece arrivi un profugo (finto) che fugge dalla guerra (che non c’è). Vedremo.
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